KATAP
Bullet
Nut Label/Audioglobe
Secondo album per i napoletani KATAP – da leggersi Cut Up – Bullet è un disco che tenta di rinnovare la musica del gruppo, rispetto a quanto messo in mostra nell’esordio, grazie ad un’iniezione d’energia live (in pratica è stato concepito sul palco). Band guidata e sostanzialmente composta dal solo Fabio Di Miero (voce, synth e computer) – in questo album accompagnato da Vinci Acunto (synth, computer, piano) e Massimo Cordovani (chitarre), mentre diversa è la formazione che suona dal vivo – i Katap sono autori di un electro-rock dal feeling punk e chiaramente intenzionati a far divertire e ballare. Nonostante sia il loro secondo lavoro – il terzo contando un EP in vinile di un paio di brani – le ingenuità sono però ancora molte, a partire da un cantato in inglese la cui pronuncia è ampiamente al di sotto di un livello accettabile e passando per delle canzoni che, pur non essendo un disastro evidente ma, anzi, in qualche frangente risultando pure piacevoli, sono contrassegnate da schematicità compositive e da arrangiamenti fin troppo semplificati. Ci fossero state delle idee sonore un po’ più brillanti di una batteria elettronica metronomica, di un riffeggiare di synth doppiato dalla chitarra e di un cantato cadenzato e vagamente poppeggiante – soluzione adottata praticamente per ogni pezzo, esclusa la ripresa pianistica di un loro vecchio brano, Notorious Heart, posta in chiusura – forse queste canzoni avrebbero anche portato a casa il risultato. Alcune di esse, prese singolarmente, funzionano, come dicevamo. Nell’insieme, però, il tutto è troppo poco per far considerare questa goffa rimasticatura dell’electro-clash e degli MGMT un qualcosa di riuscito.
Lino Brunetti