AVVOLTE
L’essenziale è invisibile agli occhi
Si apre sull’incedere recitante della regina nera del rock, Lydia Lunch, il nuovo album dei torinesi AVVOLTE. La sua voce, roca e bruciata da alcol e sigarette, apre con alcuni versi in inglese un pezzo che poi, come gli altri in scaletta, si esprime in italiano, narrando, in questo caso, poeticamente e con fare sentito, delle morti sul lavoro. E’ un bel biglietto da visita Nessuna Rete, da una parte perché evidenzia fin da subito l’attenzione data ai testi dal quartetto, e poi perché mette in campo quelle che sono le direttive musicali su cui si muovono le undici tracce del programma. Attivi ormai da un quindicennio, con altri tre lavori pubblicati precedentemente a questo L’essenziale è invisibile agli occhi – il titolo cita un aforisma contenuto ne “Il Piccolo Principe” di Antoine De Saint-Exupéry – gli Avvolte viaggiano in un territorio in bilico tra potenza chitarristica e lirismo, sospeso tra istanze pop e profondità, se non proprio cantautorale, quantomeno da rock adulto. E se questo loro suono può far venire in mente qualche grosso nome del panorama nazionale – uno su tutti, i Marlene Kuntz – ciò non toglie che Christian Torelli (voce e chitarra), Eugenio Ieracitano (chitarre), Davide Cortese (basso) e Mario Arisci (batteria), siano molto bravi in quello che fanno, riuscendo a costruire delle canzoni dalle trame mediamente oscure ed avvolgenti, capaci di creare un mood affascinante anche quando l’aggressività si fa più prepotente. Date un ascolto a brani come L’Ultimo Giorno, la bellissima Un Istante (con un inciso di tromba ad opera di Luigi Napolitano) o come l’ottima Per Essere Viva (in collaborazione coi Sikitikis) per rendervi conto di quanto vado dicendo. Forse, per fare il salto di categoria, manca ancora il guizzo sorprendente, quel qualcosa che te li faccia ricordare con forza, però, anche così, direi che non ci si può proprio lamentare. Curatissimo ed assai bello anche l’artwork, impreziosito dalle inquiete illustrazioni di Greta Lizard. Dategli un ascolto!
Lino Brunetti