Primavera Sound: il suo impatto economico in un recente studio

Logo_amarillo_rojoIL PRIMAVERA SOUND SI AFFERMA COME EVENTO MUSICALE DI RIFERIMENTO INTERNAZIONALE

L’impatto economico dell’evento catalano raggiunge quasi 95 milioni di euro principalmente grazie al forte interesse turistico, come dimostra in Spagna un recente studio della società di consulenza Dentsu Aegis.

Gli abitanti di Barcellona hanno una visione decisamente positiva del festival, che fornisce loro musica di prima qualità e offre un gran numero di attività gratuite.

Nel 2015 il festival Primavera Sound festeggerà il suo quindicesimo anniversario come punto di riferimento sul calendario culturale internazionale, in grado di generare un indiscusso effetto positivo sia economico che sociale e mediatico, come dimostrato dallo studio sull’edizione svolta nel maggio del 2014 condotto dall’azienda internazionale leader nella consulenza strategica Dentsu Aegis.

In un anno segnato dal declino numerico delle presenze nella maggior parte degli eventi tenuti sul territorio spagnolo, il festival di Barcellona, che già era cresciuto esponenzialmente fin dalle sue modeste origini, nella sua ultima edizione ha ospitato 348 concerti con un totale di 191.800 spettatori, ottenendo così un aumento di pubblico del 12% rispetto alla edizione del 2013. La recente assegnazione del Premio Ondas 2014 per il Miglior Spettacolo Musicale e il suo esser stato segnalato dall’Observatorio de la Cultura come più importante evento musicale in Spagna del 2013 sono segni del riconoscimento pubblico ottenuto in Spagna dopo quattordici anni di attività.

Oltre a confermare il consolidarsi del Primavera Sound nell’atlante mondiale dei festival, lo studio offre uno spaccato del suo pubblico e fornisce gli indicatori per conoscere il livello di consenso e di apprezzamento del festival da parte della popolazione di Barcellona, attraverso due sondaggi complementari, uno in loco destinato al pubblico dell’evento e l’altro, telefonico, diretto ad un campione casuale di abitanti di Barcellona. Da un campione con un numero quasi paritario tra maschi e femmine risulta che il profilo dello spettatore medio del Primavera Sound è quello di una persona tra i 25 e i 35 anni d’età, con un potere d’acquisto tra il medio e l’alto e con una certa fedeltà al festival, come rivelato dal fatto che quasi metà degli intervistati era già stato al festival in precedenza. L’atmosfera, la direzione artistica e la qualità del suono sono citati come gli elementi maggiormente apprezzati. Il pubblico straniero compone il 46% e viene da oltre 140 paesi, eppure questo elemento internazionale non impedisce all’evento musicale di rafforzare la sua sfera d’influenza locale, visto che il 26% del pubblico viene da Barcellona stessa.

Fin dalla sua creazione, il festival ha cercato di stabilire un legame con Barcellona e le sue radici rimangono ben salde nella città che l’ha visto nascere; inoltre è assai ben considerato dagli abitanti, che si godono la sua programmazione musicale che si estende ben oltre le tre giornate principali al Parc del Fòrum. La significativa produzione di musica gratis, offerta ogni mese di Maggio in svariati locali sparsi per la città sotto il nome di Primavera a la Ciutat ha l’anno scorso portato un’affluenza complessiva di 22.500 persone.

A quanto rilevato dal sondaggio telefonico, la popolazione di Barcellona nutre un grande interesse nei confronti della musica. Infatti, gli intervistati affermano che Primavera Sound promuove l’immagine di Barcellona come città di cultura, e sono fieri del fatto che la città ospiti un evento con queste caratteristiche. L’accoglienza positiva nei confronti del festival è evidente anche attraverso il calcolo del suo valore contingente – un indicatore del valore finanziario ipotetico dato all’evento dagli abitanti – che si posiziona con un valore contestuale di oltre 12 milioni di euro, usando come riferimento esclusivamente chi si considera un amante della musica e va a concerti dal vivo almeno una volta all’anno.

I risultati dello studio dimostrano anche che la popolazione di Barcellona ritiene che il Primavera Sound agisca anche come elemento propulsivo per l’economia grazie principalmente alla sua forte attrattiva per il turismo e alla sua capacità di creare impiego. Allo stesso modo, l’80% della popolazione pensa che il ricorrere dell’evento compensa abbondantemente i piccoli inconvenienti che esso può causare, come l’inquinamento acustico o i problemi di traffico, e fino al 91% ritiene che l’evento sia perfettamente adatto alla città. Una percentuale non dissimile valorizza la cooperazione tra organizzazioni pubbliche e private nel programmare questo genere di evento e più della metà afferma che il Comune di Barcellona dovrebbe contribuire alla preparazione del festival. Seguendo le stesse linee, il 74% ha dichiarato che la spesa pubblica relativa a questo genere di evento dovrebbe aumentare, o almeno rimanere stabile. Al momento, nel caso del Primavera Sound i finanziamenti pubblici ricevuti sono meno del 2% del budget totale, che ammonta a oltre 11 milioni di euro, di cui circa il 15% è rappresentato dai contributi privati degli sponsor.

In quanto festival urbano con un pubblico dal potere d’acquisto medio-alto, le spese vive del pubblico raggiungono quasi 40 milioni di euro con una spesa media di 544€ a testa, quantità che arriva a 780€ per chi si è messo in viaggio per arrivare al festival e che scende fino a 226€ per chi risiede a Barcellona. Questa cifra include l’acquisto del biglietto intero per il festival, il cui prezzo parte dai 99€ arrivando progressivamente ai 195€, con un costo medio di 150€, insieme ai costi per il viaggio e per l’alloggio sostenuti dal pubblico, che genera un totale di 27.802 voli e 129.264 pernottamenti in sistemazioni di svariate categorie, non contando le spese sostenute dall’organizzazione stessa, con una media di 5,1 notti per visitatore. Oltre a queste cifre sono contate anche quelle generate fuori dal festival, come il trasporto, i ristoranti, le attività culturali e gli acquisti nei negozi in giro per la città.

Una parte dei partecipanti stranieri al festival sono lavoratori professionisti del settore musicale, che vengono a Barcellona per partecipare al PrimaveraPro, un evento che si svolge in parallelo al Primavera Sound e che agisce come occasione d’incontro, aiutando a creare sinergie tra i rappresentanti del mondo della musica sia spagnola che internazionale e rappresenta un contributo di grande interesse per il tessuto industriale e culturale della Catalogna. Il raduno è cresciuto costantemente dai tempi della sua inaugurazione nel 2010, e nell’ultima sua edizione ha attirato ben 2653 partecipanti provenienti da 58 nazioni diverse.

Per quanto riguarda la dimensione mediatica, l’esauriente copertura dell’evento musicale sia da parte della stampa nazionale che di quella internazionale merita assolutamente di essere menzionata, soprattutto considerando che dimostra le ripercussioni sempre crescenti dell’evento, che contribuisce nel proiettare Barcellona verso il resto del mondo grazie alle sue apparizioni in pubblicazioni di indubbio prestigio quali il New York Times, O Globo, NME e La Repubblica. Inoltre grazie alle recenti nuove tecniche di comunicazione creativa, la sua presenza sul web è stata ampliata attraverso i social network. Il valore economico di tutto l’impatto mediatico generato dall’evento ha raggiunto quasi 8,7 milioni di euro per l’ultima edizione, calcolati seguendo le rigide indicazioni degli Advertising Value Equivalents. La popolarità del Primavera Sound è cresciuta nel tempo, e quest’anno è diventato il festival più conosciuto per la gente di Barcellona, che lo menziona spontaneamente nel 38% dei casi, una cifra che è cresciuta di 12 punti dal 2011 e che posiziona il festival in cima a tutti gli altri festival spagnoli. Il riconoscimento del festival raggiunge l’88% quando si aggiunge al riconoscimento spontaneo quello suggerito dall’intervistante.

Se alle entrate dirette provenienti dal budget dell’organizzazione stessa, dagli investimenti degli sponsor e dei collaboratori e alla spesa di chi partecipa al festival aggiungiamo il valore indotto, che include la valutazione contingente, il valore mediatico e i proventi del fisco, l’impatto del festival sull’economia catalana raggiunge la cifra complessiva di 94.813.790€, il che lo posiziona tra i “primi cinque” eventi che più contribuiscono economicamente alla comunità.

IL PRIMAVERA SOUND IN CIFRE

Organizzazione e partecipazione

191.800 visite totali (12% in più che nel 2013)
25-35 età media
26% da Barcellona
46% stranieri di 140 diverse nazionalità
1628 artisti
291 band
348 concerti (di cui 77 gratis)
2653 persone accreditate al PrimaveraPro

Dimensione sociale

38% riconoscimento spontaneo della popolazione di Barcellona (al primo posto)
88% riconoscimento complessivo (spontaneo + suscitato dall’intervistante)
50% lo considera uno dei più importanti a livello nazionale
52% ritiene che il comune di Barcellona dovrebbe contribuire finanziariamente
91% afferma che è una manifestazione adatta per la città
80% pensa che gli inconvenienti causati dal festival sono compensati abbondantemente dal suo successo
74% ritiene che la spesa pubblica su questo genere di evento dovrebbe rimanere stabile o aumentare

Dimensioni mediatiche

1.1M € costo della campagna mediatica
103 servizi televisivi
1432 articoli sulla carta stampata
77 articoli di news
159 segnalazioni radiofoniche
4531 articoli su internet
232000 visualizzazioni dello streaming live su Arte Concert

Dimensioni economiche

544€ spesa media pro capite (226€ per i residenti a Barcellona, 780€ per i visitatori)
129.264 pernottamenti in alberghi (una media di 5,1 notti a persona)
27.802 voli
1659 posti di lavoro generati
Il finanziamento pubblico al festival è inferiore al 2% del suo budget, e il 15% proviene dagli sponsor

ENTRATE DIRETTE

39,7M€ investimenti degli spettatori
+
11,3M€ investimenti dell’organizzazione
+
3,7M€ investimento degli sponsor e di altri collaboratori

VALORE INDOTTO

12,1M€ valutazione contingente data dalla popolazione di Barcellona al festival
+
8,7M€ valore totale dell’impatto mediatico
+
19,3M€ introiti per il fisco

[totale]
94,8M€ impatto complessivo del Primavera Sound (5,8% del Prodotto Interno Lordo della Catalogna, che è generato dalla musica)

Sondaggio svolto in loco su 1794 spettatori del festival e telefonicamente su 401 abitanti di Barcellona scelti a caso

Sondaggio elaborato tra il 28 maggio e il 15 settembre 2014 da Dentsu Aegis.

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CARNENERA “Carnenera”

CARNENERA
Carnenera
Sinusite Records

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Con quel suono scuro e nervoso, l’omonimo debutto dei Carnenera parrebbe il frutto della produzione di Steve Albini, invece è tutta opera del trio composto da Lorenzo Sempio alle chitarre, Luca Pissavini al basso e Carlo Garof alla batteria: nuova interessante realtà della scena undergorund italiana. Se i Carnerera abitassero in California o facessero parte del catalogo della Tee Pee Records, il loro debutto avrebbe probabilmente già ricevuto entusiastici riscontri in ambito internazionale, ma, con l’augurio che presto succeda, nell’assopito panorama italiano rimane cosa per quei pochi ancora alla ricerca di una voce fuori dal coro: tra questi figurano certamente i discografici della coraggiosa Sinusite Records, che lo scorso marzo hanno pubblicato un lavoro davvero particolare e forse a tratti plumbeo e spigoloso, ma di certo creativo, quando non proprio originale. In forma quasi esclusivamente strumentale, il trio fluttua tra oppiati mantra psichedelici, acide sparate hard, riflussi noise, pulsioni avanguardistiche e variazioni post-rock e progressive, sviluppando una musicalità dura ed esplosiva, a tratti densa e melmosa, a tratti selvaggia e furiosa, fino a raggiungere astratti scenari atmosferici e visionari. In queste fasi più spaziose e cinematografiche della musica dei Carnenera affiora il lato più lirico e affascinante del loro suono, quando brani come la splendida Twenty-One Thounsand Leagues o la lisergica William Wallace paiono suggerire una certa sintonia con le fumose cavalcate degli Earth, oppure quando le nebulose e lunari traiettorie di una grandiosa Self-Harm evocano le vulcaniche esplorazioni space-rock degli anni ’70. Seppur quasi interamente virato al nero, Carnenera è tuttavia un disco piuttosto vario in termini di atmosfere, che a partire dall’urgenza math-rock di Tilikum, passa attraverso le stonate allucinazioni soniche di una riverberata e bellissima William Blake; attraverso le fughe progressive di Duello; attraverso sabbatici mantra come l’ipnotica La Marcia dei Triceratopi, su cui aleggia la vocalità inquieta di Dalila Kayròs; fino a composizioni sospese tra avanguardia e psych-rock come Nine and Then Some e la cacofonica Tre Gatti, che paiono sfuggite al repertorio dei Naked City di John Zorn. Come gli americani Earthless, i Carnenera segnano l’evoluzione estrema della concezione di power-trio, portandola verso territori ancora oscuri ed inesplorati, almeno dalle nostre parti.

Luca Salmini

SHANE DE LEON/FABRIZIO TESTA + MISS MASSIVE SNOWFLAKE “So Sweet”

SHANE DE LEON/FABRIZIO TESTA
Untitled
Autoprodotto

MISS MASSIVE SNOWFLAKE
So Sweet

North Pole-Wallace

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Il sempre impegnatissimo FABRIZIO TESTA, questo mese, lo troviamo in combutta con SHANE DE LEON dei Miss Massive Snowflake, in un singoletto contenente tre pezzi senza titolo nel quale il primo si occupa di chitarra acustica, clarinetto e field recordings, mentre il secondo scrive i testi e canta. Tre incantevoli canzoni acustiche che confermano la bravura come songwriter di De Leon ed il talento multiforme di Testa. Per saperne di più: testafabrizio.blogspot.fr A questo punto, cogliamo l’occasione per segnalarvi che, pochissimo tempo fa, gli stessi MISS MASSIVE SNOWFLAKE sono tornati nei negozi con un dischetto breve (sotto i 25 minuti) ma stipatissimo di canzoni pimpanti ed irresistibili. So Sweet vede il trio americano alle prese con otto canzoni (tra cui una cover di Turn Me On di Nina Simone) di cantautorato rock inventivo e dalla scrittura sempre sopraffina, ottimamente servito da trame strumentali avvolgenti ed opportunamente cangianti. È dai tempi dei mitici Rollerball – di cui per oltre un decennio ha fatto parte – che De Leon vive nei meandri della musica più di nicchia e laterale. Ed è un peccato vero perché, ve ne rendereste facilmente conto ascoltandole, innamorarsi delle sue canzoni è proprio questione di un attimo.

Lino Brunetti

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So Sweet

MICROLUX “Geküsst”

MICROLUX
Geküsst

XXXV

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Progetto a due formato da Linda Edelhoff (voce) e Fabio Colasante (synth e programmazione elettronica), i MICROLUX sono autori di un pop elettronico di gusto wave, di cui è facile avere un buon assaggio tramite il loro recente EP Geküsst. Sei tracce cantate in inglese, tedesco ed italiano, in cui l’attenzione maggiore viene data alle melodie cantate da Linda, comunque ben servite dalle trame strumentali messe a punto da Fabio. Sia pur inglobando qualche suggestione anni ’80, queste riescono comunque a stare alla larga dai cliché electro-pop, facendo risuonare l’elettronica in maniera calda e vicina all’idea di musica suonata, soprattutto in questo memori della lezione new wave. Con una giusta spinta potrebbero imporsi anche tra il pubblico mainstream, visto il forte appeal pop delle loro canzoni, mai criptiche e, al momento, fortunatamente anche ben lontane dalle banalità che si sentono in radio.

Lino Brunetti

MONTE NERO “Chrome EP”

MONTE NERO
Chrome EP
Goddess/Audioglobe

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Progetto composto da membri di altri gruppi della scena bergamasca (Gea, Spread, In The Howling Storm), i MONTE NERO esordiscono con Chrome EP, un mini album che è un ottimo biglietto da visita per far conoscere la loro idea di heavy sound. Sei brani chitarristici e potenti, compatti nel loro esplorare stoner (Green Stoned) e psichedelia hard memore del grunge (Blue Cyanide), in grado di spazzolare le orecchie con martellamenti strumentali (In Death Of Mr. Brown) o di diversificare con l’inserimento di elementi alieni (la parte flamencata dell’altro brano strumentale, Yellowsy), di essere lirici e fumosi (Schwarz) o di flirtare con la melodia (Purple, il pezzo che mi piace meno). Anche se non sempre originalissimi, se questo è il vostro genere, l’ascolto è consigliato. Quello che fanno, lo fanno già con grande autorevolezza.

Lino Brunetti

ROCK CONTEST 2014: i finalisti!

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Giunge alla fase finale il Rock Contest 2014, il concorso nazionale per band emergenti che ogni anno seleziona e lancia i nuovi gruppi del panorama indipendente italiano. La 26a edizione, organizzata da Controradio, con il contributo del Comune di Firenze, festeggia la finale del concorso con sei gruppi provenienti da una selezione di oltre 600 iscritti e 36 in gara, sabato 13 dicembre all’Auditorium Flog (via M. Mercati 2/b – Firenze. Ingresso: 8 euro; 6 euro fino alle 22,30 – gratuito soci Controradio Club).

Il concorso, che prevede la votazione del pubblico e della giuria di esperti (musicisti, produttori, giornalisti), vedrà la presenza in finale di Manuel Agnelli, leader degli Afterhours, in qualità di presidente di giuria. Presidentessa del Premio Ernesto De Pascale che ogni anno segnala il miglior brano cantato in italiano è Cristina Donà che ha decretato la vittoria del brano “Surreali” del gruppo fiorentino Lefebo.

L’edizione 2014 del Rock Contest riunisce dunque idealmente due dei nomi più affermati della musica alternativa italiana, da tempo molto vicini allo spirito del concorso, così come lo sono stati in passato Patty Smith, Piero Pelù, Brunori sas, Dente, Mauro Ermanno Giovanardì.

Si sfideranno in finale la neo psichedelia ritmata dei Plastic Light Factory (Mantova), l’indie dance elettronica dei Beyond The Garden (Firenze), il soul/funk cinematico di Sofia Brunetta (Lecce), la new wave italiana rivisitata de Lo Straniero (Alessandria), l’ “horror pop” in italiano di El Xicano (Forlì) e l’hip hop del giovanissimo Mefa (Firenze)

I premi del Rock Contest sono molteplici, il primo è sicuramente la vetrina mediatica che offre ogni anno a gruppi spesso sconosciuti e che grazie al concorso hanno la possibilità di farsi ascoltare ai numerosi addetti ai lavori presenti e al pubblico. Gli altri premi sono numerosi, e funzionali alle esigenze dei gruppi, rappresentati dalla possibilità per il vincitore di usufruire di uno studio di registrazione professionale per la realizzazione dell’album di esordio, grazie alla partnership con il Sam Recording Studio, lo studio di riferimento della nuova scena italiana, già usato da Zen Circus, Dente, Virginiana Miller, Teatro degli Orrori; la produzione di un videoclip musicale curato da Riprese Firenze; la presenza di tutti i gruppi finalisti e semifinalisti nel CD Rock Contest 2014 (in collaborazione con Audioglobe) e la disponibilità per i finalisti di un tutoraggio di un anno da parte dello staff del Rock Contest.

Uno dei premi fondamentali per i migliori gruppi del Rock Contest è quello reso possibile grazie all’alleanza con l’associazione KeepOn, circuito che raggruppa oltre un centinaio fra promoter, direttori artistici e manager di altrettanti locali di tutta Italia. I gruppi selezionati dal Rock Contest, già a partire da gennaio 2015, avranno l’opportunità di suonare dal vivo sul territorio nazionale. Un tassello molto importante per la promozione delle band, che dopo essere state scoperte e fatte conoscere dal concorso, troveranno così la possibilità dell’esibizione live con un percorso agevolato in contesti qualificati quali sono i locali della musica dal vivo in Italia selezionati da KeepOn.

Ospiti speciali della finale 2014 …A Toys Orchestra, un’istituzione della scena musicale italiana che presenteranno dal vivo il loro ultimo lavoro “Butterfly Effect” anticipato dal fortunato singolo “Always I’m Wrong”. L’album è stato registrato al Vox-Ton Studio di Berlino da Jeremy Glover (Liars, Devastations, Crystal Castle) e ha delineato un nuovo profilo del gruppo, decisamente più elettronico, riuscendo a far conoscere ed apprezzare la band fuori dai confini nazionali. Il concerto, in cui la band sarà coadiuvata dal polistrumentista Julian Barrett, sarà l’occasione per ascoltare dal vivo quello che è già stato applaudito dalla critica di settore come uno dei lavori italiani più convincenti dell’anno.

Firenze si fa dunque promotrice della nuova scena musicale italiana, scoprendo e valorizzando le proposte delle più giovani generazioni di musicisti, un compito che da 26 anni il Rock Contest svolge, supplendo alle carenze ed alle difficoltà in un momento di crisi dell’intera catena produttiva della discografia nazionale.

ROCK CONTEST 2014 – XXVI EDIZIONE

GRANDE SERATA FINALE
SABATO 13 DICEMBRE
AUDITORIUM FLOG
apertura porte ore 21.00
inzio esibizioni band finaliste ore 22.00
inizio esibizione A TOYS ORCHESTRA 23,50 ingresso 5 € fino alle 22,00 / 8 € dopo le 22,00

GRATIS PER I SOCI DEL CONTRORADIO CLUB !!!

Ulteriori info e la possibilità di avere un assaggio dei finalisti qui.

PLUNK EXTEND “Prisma”

PLUNK EXTEND
Prisma
QB Music

Plunk Extend_Prisma

Nonostante una durata di poco più di venti minuti, i PLUNK EXTEND, una band comunque attiva fin dal 2006, considerano Prisma il loro vero e proprio disco d’esordio. Il loro rock in italiano poggia essenzialmente su tre gambe: su una di esse risiede il cuore del loro songwriting, che più d’una parentela ha col cantautorato, sia classico che moderno (a tal proposito qui il pezzo da analizzare è Bianco, ma indicativi sono anche i testi, originali e non sempre immediati e facili); sulla seconda c’è la loro capacità di prendere questo tipo di scrittura solida e matura e di alleggerirla con melodie pop, in modo da virare le loro canzoni in qualcosa di sempre inequivocabilmente pimpante e caleidoscopico, anche nei momenti in cui parrebbe farsi largo un pizzico d’introspezione; sulla terza gamba c’è il loro suono, epico, colmo di sonorità piene e luccicose, un attimo vibranti e spesse, quello dopo liquide e sognanti, rock verrebbe da dire, ma in un’accezione comunque non troppo ligia ai confini. Di tutti gli aspetti del loro far musica è alla fine quello pop quello che rimane più impresso. E se di pop-rock italiano non siete mai sazi, c’è in giro una nuova band che qualcosa da dirvi ce l’ha.

Lino Brunetti