STRIKE
Havana-Kingston-Ferrara-New York
Musicraiser/Soulove
Era il 1986 quando, a Ferrara, si formarono gli STRIKE e divennero tra i principali interpreti italiani di quel miscuglio musicale che, negli stessi anni, ma oltralpe, i Mano Negra avevano definito Patchanka. Un 7”, due EP (Scacco Al Re e Croci & Cuori), la partecipazione alla compilation Rappamuffin d’Azione e un album (La Grande Anima, uscito nel 1992) furono il loro lascito e quel tanto che basta per entrare nel cuore degli appassionati. Ricordo ancora oggi un loro esplosivo concerto in piazza a Gallarate; erano i primi anni ’90, loro erano all’apice del successo e di certo nessuno pensava che avremmo dovuto attendere 23 anni anni per vedere il seguito del loro primo disco. Cosa sia accaduto all’epoca e cosa abbiano fatto in tutti questi anni non lo so. Il ritorno in pista è di un paio d’anni fa, in occasione dell’inaugurazione del “Parco Joe Strummer” a Bologna, in compagnia di artisti come Manu Chao, Modena City Ramblers, Punkreas e Banda Bassotti. Oggi, grazie ad una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Musicraiser, pubblicano finalmente un nuovo album – sia pur solo su piattaforme digitali, almeno per ora – che sancisce il definitivo ritorno in pista. Non c’è nessuna traccia di nostalgia nelle dieci tracce di Havana-Kingston-Ferrara-New York, così come è assente la pretesa patetica di suonare selvaggi e pungenti come all’epoca. Oggi il suono degli Strike continua a mescolare reggae, suoni caraibici, funk, ska e rock, ma smussate le propaggini punk presenti all’epoca, s’ibrida con la canzone d’autore e con un evidente capacità di allestire melodie ineffabilmente pop. Lo dimostrano chiaramente la bella Fiumi D’Inchiostro, la quanto mai luminosa Ogni Giorno Di Sole, il primo singolo A Mio Modesto Parere, la quale ingloba un insolito clarinetto jazzato. Eleganti, pulsanti e musicalmente fascinose, queste canzoni passano dalle istanze cubane di Sedie, Rabbia E Libertà (aperta da una clip audio tratta dal film “Sacco e Vanzetti”), al mambo-rock di Mambo Club; dal reggae sinuoso di Tracce Distratte, alla quasi funk Ran Khan Khan (featuring Forelock); dallo ska di Tutto Riparte Da Qui, allo strumentale conclusivo Road To Capri. Al contrario che all’epoca, in cui questi erano suoni nuovi e freschi, oggi la cosidetta Patchanka è un genere consolidato e prevedibile come molti altri. La qualità media di queste tracce è però alta e tutto quello che possiamo dire non può essere che: bentornati Strike!
Lino Brunetti