SPARKLE IN GREY “Brahim Izdag”

SPARKLE IN GREY
Brahim Izdag
Old Bicycle

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Brahim Izdag è il titolo del nuovo album degli Sparkle In Grey e prende il suo nome da quello dello sciatore marocchino che, nelle olimpiadi invernali di Albertville nel 1992, durante la sua gara cadde più volte, decidendo alla fine di non attraversare neppure la linea del traguardo. La sua figura viene presa a simbolo di coloro che non riescono a trovare il proprio posto nel campo in cui investono tutto se stessi e, allargando ulteriormente il campo, a tutti coloro che mostrano perseveranza, coraggio, resistenza. In un disco ancor più privo di steccati musicali del solito, gli Sparkle in Grey mettono in musica l’ennesimo attestato di coerenza politica, un messaggio ancor più forte e chiaro in quest’epoca di disperate migrazioni e riaccendersi di tensioni razziste e voglia di confini chiusi. In queste tracce, invece, i suoni del mondo vengono accolti senza fatica e inglobati tra le maglie post e sperimentali della formazione. In Samba Lombarda assistiamo al contrasto tra le percussioni e il lirisismo del violino, in un pezzo in cui la samba è giusto uno spettro tra le scansioni post-rock. Iurop Is A Madness è una cover di Linton Kwesi Johnson, con la voce del senegalese Zacharia Diatta intenta in un talking su una base inafferabilmente dub, percorsa da stilizzazioni psichedeliche. Non l’unica cover, visto che Gobbastan è un tradizionale uzbeko (bellissimo, con la musica ad assecondare i sottotitoli delle sue tre parti – arrival, unwelcome, cohabitation – all’inizio cupa ed elettrica, più aperta nel finale); Grey Riot è una trasfigurata e multietnica versione della White Riot dei Clash; Minka Minka è una canzone tradizionale ukraina (che ovviamente ci trasporta tra sonorità est-europee); mentre la There’s A Riot Goin’ On di Sly & The Family Stone è indicata nel booklet, ma è pudicamente assente dalla scaletta del disco. Stupendi comunque anche i pezzi autografi, da una Tripoli dal super malinconico mood; passando per una cinematica ed impressionista Song For Clair Patterson (lo scienziato che si batté per l’eliminazione del piombo tetraetile dai carburanti); per le affascinanti tre parti della title-track, poste a chiusura d’album. Ancora una volta grandissimi gli Sparkle in Grey che, in contemporanea all’uscita di questo disco, annunciano l’uscita del prossimo – che vedrà cambiamenti musicali e sarà intitolato Milano – e purtroppo, pare, anche la chiusura della Old Bicycle Records. I nostri migliori auguri al patron Vasco Viviani per quello che vorrà fare prossimamente.

Lino Brunetti

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