JUDY DYBLE & ANDY LEWIS
Summer Dancing
Acid Jazz/[PIAS]
Il nome di Judy Dyble è soprattutto noto tra gli appassionati di British Folk, intanto perché fu la prima cantante e tra i fondatori dei Fairport Convention, poi per la sua collaborazione con quei Giles, Giles & Fripp poi diventati King Crimson, infine per la sua militanza nel gruppo di culto Trader Horne. Era ancora giovanissima quando venne improvvisamente mandata via dai Fairport per far posto all’ingresso di Sandy Denny, un piccolo shock per lei, visto l’impegno che stava mettendo per dare il meglio di sé nella band. Come abbiamo brevemente detto, fece altre cose dopo quell’esperienza, per poi allontanarsi dalle scene musicali per ben 35 anni. Il suo rientro in pista è della prima metà dei 2000, concretizzatosi in qualche album a suo nome, circolati soprattutto tra gli amanti del folk. Tenta ora un rilancio più sostanzioso unendo le sue forze a quelle di Andy Lewis, musicista e produttore visto alla corte di Paul Weller e in band quali Pimlico, Spearmint e The Red Inspectors, oltre che in proprio. L’unione fra i due ha così dato vita ad una collezione di canzoni incantevoli e non solo folk, anzi decisamente più orientate a giocarsi la carta della modernità. La voce della Dyble è ancora bellissima e giovanile, capace di evocare paesaggi bucolici e pastorali, così come di far sognare attraverso melodie di purezza cristallina. Lewis, come dicevamo, anziché costruire attorno alla sua voce delle musiche puramente folk, ha dato sfogo a tutto il suo armamentario produttivo e strumentale, in modo che l’ascolto divenisse più vario, complesso e stuzzicante. Che ci sia stato un pizzico di compiacimento in questo ci può pure stare, visto che è ammirevole il modo in cui ha saputo armonizzare le sognanti linee melodiche della Dyble con un substrato sonoro dove appare di tutto un po’, da un ampio campionario di strumenti a corda ad un uso sapiente dell’elettronica, dai field recordings ai suoni in reverse, dagli archi alle percussioni, dai pianoforti agli organi e così via. In bilico tra psych-folk, pop orchestrale, folktronica e variegata canzone d’autore, i 14 brani di Summer Dancing accarezzano come una brezza in una sera d’estate e lasciano una piacevole sensazione addosso. Non solo per fan del folk inglese quindi.
Lino Brunetti