PETER PERRETT “Humanworld”

PETER PERRETT
HUMANWORLD
DOMINO

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Personalmente avevo accolto con grande favore il ritorno in pista di Peter Perrett, frontman di quei The Only Ones rimasti nel cuore di ben più di un appassionato di rock inglese (e non solo, vista la connessione che la loro musica aveva con quella di artisti quali Lou Reed o Television). Artista di culto nel vero senso della parola, con How The West Was One Perrett emergeva da trent’anni di quasi assoluta assenza dalle scene dovuta a problemi personali e dipendenze da droghe varie. A rendere agevole e proficuo quel ritorno era stata la presenza nella band dei figli Jamie e Peter Jr, il primo alla chitarra e il secondo al basso, i quali si erano dimostrati perfetti comprimari e ottimi musicisti. Squadra che vince non si cambia e così i due ragazzi, con tutto il resto della band – Jake Woodward alla batteria, Jenny Maxwell a tastiere, viola e backing vocals e Lauren Moon a tastiere, percussioni e backing vocals – sono a fianco del padre anche in questo nuovo Humanworld, album che consolida una ripresa di carriera oggi ancor più solida. Perrett, a proposito di questo nuovo album, ha parlato di una maggiore urgenza e di canzoni più concise, ma è chiaro che, al netto delle ovvie differenze fra un disco e l’altro, grossi rivoluzionamenti non ce ne sono. Non può più contare sull’effetto sorpresa, ma qui Perrett dimostra ancora una volta di avere buona mano nello scrivere grandi canzoni classicamente rock, pezzi dove rivitalizzare per l’ennesima volta l’eterno riff di Sweet Jane (The Power Is In You), di risvegliare il mai sopito amore per i sixties (Love Comes On Silent Feet) o di piazzare qualche ballata avvolta dalle chitarre (Heavenly Day, Carousel) in mezzo a irresistibili affondi rock (Once Is Enough, una Believe In Nothing arricchita dalla viola, la potente e ottima War Plan Red, fra le altre). Il sound è come dicevamo classico, ma privo di maniera. Il tutto suona anzi sempre piuttosto fresco e vitale e si sente chiaramente l’impegno infuso dal suo autore. Ce n’è quanto basta per ritenersi più che soddisfatti e perché il culto continui, insomma.

Lino Brunetti

Woodoo Fest 2019

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L’Associazione Culturale LE OFFICINE, in collaborazione con Shining Production, è lieta di annunciare nuovi protagonisti del WOODOO FEST 2019, che si terrà dal 17 al 21 luglio all’Area Feste di Cassano Magnago (VA). Il bosco più famoso dell’indie italiano riaprirà così le sue porte con una line up unica e tante novità all’insegna dello street food, del relax e del green.

Tra le tante novità di quest’anno anche la media partnership con Experience Is, property social media only di Condé Nast diretta a Generazione Z e Millennial, che arricchirà il programma del festival con una serie di incontri speciali che faranno vivere l’esperienza Woodoo anche agli utenti di Instagram e Facebook.

LINE UP DIVISA PER GIORNI WOODOO FEST 2019

Mercoledì 17 luglio
TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI
EUGENIO IN VIA DI GIOIA
Brenneke
Poetry Slam
Cumbia dj set – afterparty

Giovedì 18 luglio
CANOVA
FULMINACCI
Jesse the Faccio
Di Meglio
Edy
Discoteca Paradisco – afterparty

Venerdì 19 luglio
FRANCO126
DUTCH NAZARI
MASSIMO PERICOLO
VENERUS
Dola
Byro
Handlogic
Linoleum It Pop Club – afterparty

Sabato 20 luglio
IVREATRONIC DJ SET (w/ Cosmo)
MECNA
CLAVDIO
Masa Masa
Black Beat Movement
This Is Not dj set – afterparty

Domenica 21 luglio
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
GIORGIO POI
La Rappresentante di lista
dellacasa maldive
Mòn
Millepunti
Canta Indie Canta Male – afterparty

Tutte le informazioni sul festival, acquisto biglietti e camping, orari, attività e line up si trovano anche sul sito realizzato da LHUBwoodoofest.it

Anche quest’anno WOODOO FEST dedicherà ampio spazio al mondo culinario “on the road”, con la STREET FOOD PARADE, rassegna culinaria che porterà all’interno del festival le migliori proposte provenienti dal mondo dello street food.

WOODOO FEST inoltre darà grande spazio all’ecosostenibilità, tema quanto mai delicato e attuale. In collaborazione con CrowdForest, l’organizzazione del festival e i suoi volontari parteciperanno alla pulizia pre-festival del bosco, contribuendo così in modo concreto alla salvaguardia e alla tutela dello scenario naturale che ospiterà l’evento. Un’iniziativa già anticipata sui social, attraverso giochi interattivi per sensibilizzare e informare il pubblico con l’approccio creativo e “think-positive” che da sempre contraddistingue il Festival nel Bosco.

Inoltre IED – Istituto Europeo di Design quest’anno sarà Content Partner di WOODOO FEST 2019 e proporrà due workshop, uno di Illustrazione e Serigrafia e uno di Art collage, con l’obiettivo di offrire al pubblico un’esperienza coinvolgente legata ai nuovi scenari dell’arte e della tecnologia, attraverso brevi attività pratiche che impiegano un approccio innovativo al progetto. Focus di entrambi i workshop è la sostenibilità, attraverso il riuso, il riciclo e l’attenzione alle necessità dall’ambiente, in linea con lo spirito di Woodoo.

Completeranno lo scenario un’area relax suggestiva, con amache, divani e sdraio, un’area espositori di hobbisti e artigiani e un’area bar con diverse proposte, dalle birre artigianali ai cocktail più ricercati.

È possibile prenotare la propria piazzola per la nuovissima AREA CAMPING immersa nel verde. Per vivere al 100% l’esperienza del Festival nel Bosco con tante attività e servizi speciali. Info: woodoofest.it/camping

TICKET & ABBONAMENTI WOODOO FEST 2019
Prevendite: www.mailticket.it/manifestazione/ZZ26/WOODOO_FEST_2019

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Woodoo Preview: GAZZELLE | 1 luglio | @Isola del Castello, Legnano
Posto Unico in Piedi – € 25,00 + diritti di prevendita: https://bit.ly/2HDfh70

Area Expo per stand di prodotti artigianali
Area Ristorazione e Relax tra gli alberi
Attività ricreative pomeridiane
Concerti anche in caso di pioggia sotto la Tensostruttura

Pinewood Festival + Pinewood Beach 2019

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PINEWOOD FESTIVAL ritorna: e lo fa in una terza edizione destinata a confermarlo come uno degli eventi musicali più importanti del centro Italia. Dopo aver portato a L’Aquila artisti come Coma_Cose e Pop X, l’organizzazione comunica le nuove proposte che affiancheranno gli artisti già annunciati nei due giorni di festival, dalle sorprese dell’ultimo periodo, come Sorrowland, Mésa, Postino e Costiera, al party targato Linoleum, fino alla “poetica battaglia” della Poetry Slam.

Ecco tutta la line up del Pinewood Festival 2019 divisa per giorni:

VENRDÌ  28 GIUGNO
PINGUINI TATTICI NUCLEARI
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
POPULOUS
POSTINO
MÈSA
COSMETIC
LANEVE
BLCKEBY
GINA
001BEST

SABATO 29 GIUGNO
CANOVA
FRANCO126
GIORGIO POI
SXRRXWLAND
COSTIERA
LORENZO BITW B2B SERENA DI
LINOLEUM
MELI
MERIFIORE
MARK BEAR
POETRY SLAM

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PINEWOOD sarà anche PINEWOOD BEACH 2019. Il grande festival del centro Italia si arricchisce di una nuova esperienza live immersa nella splendida cornice della riserva naturale di Punta Penna, a Vasto (CH). 25 e 26 luglio: due giorni di mare, sole e musica, all’interno dell’area concerti di Baja Village, noto locale della città di Vasto, un’oasi naturale tra le più belle e selvagge dell’Adriatico. Dopo Pinewood Festival, si va al mare per PINEWOOD BEACH 2019.

Protagonisti della prima edizione: M¥SS KETA, NU GUINEA, MASSIMO PERICOLO, SPERANZA, VOINA, GOMMA, MASAMASA, PIPPO SOWLO, B. PUNTATO, BLACKBOX CREW.

 

Lars Rock Fest 2019

A meno di un mese dall’inizio della sua ottava edizione il LARS ROCK FEST, festival ad ingresso gratuito organizzato dall’Associazione Culturale GEC Gruppo Effetti Collaterali e dedicato alle sonorità indie-alternative internazionali ed italiane, dal 5 al 7 Luglio presso i Giardini Pubblici di Chiusi Scalo (SI), presenta il programma completo di concerti e attività collegate che danno vita alla sua edizione 2019.

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La serata di apertura venerdì 5 luglio vedrà, oltre al concerto già annunciato dei canadesi METZ, considerati come una delle migliori formazioni in circolazione quando si parla di alternative rock e punk-hardcore, con tre album per la mitica SUB POP di Seattle, i live del progetto post-hc romano LAGS e quello dei KINT da Modena, il super gruppo punk-noise-posthardcore con membri di Death Of Anna Karina e RedlineSeason.

Protagonisti della seconda serata del LARS ROCK FEST 2019 saranno i CLOUD NOTHINGS da Cleveland (USA), in arrivo in Italia per presentare l’ultimo album che ha confermato il quartetto come una delle band rock and roll più interessanti e significative dell’ultima decade, insieme ai calabresi MCKENZIE, artefici di un’originale miscela italo-core e il dream pop/shoegaze psichedelico degli HUMAN COLONIES da Bologna.

A rendere memorabile la serata finale domenica 7 luglio ci penseranno gli australiani WOLFMOTHER, la band capitanata da Andrew Stockdale che sulle orme di formazioni storiche come Led Zeppelin, AC/DC ed Aerosmith è riuscita nel tempo ad ottenere un ampio seguito mondiale. Con loro sul palco il trio stoner-rock romano BLACK RAINBOWS, con sei album all’attivo, svariati EP ed innumerevoli concerti sia in Italia che all’estero, e il collettivo audio-visual di Perugia BECOMING X.

A completare il programma musicale ci penserà il CAMPFIRE STAGE che ogni sera proporrà un after show intorno ad un falò. I gruppi che si esibiranno in questa cornice intima e suggestiva saranno Augustine (venerdì), One Glass Eye (sabato) e Dead Poets Society (domenica).

Come di consueto il programma del LARS ROCK FEST proporrà una serie di spazi ed eventi culturali nell’area del festival:

OPEN BOOK
Con il Lars Rock Fest torna Open Book: un’occasione imperdibile per toccare con mano pubblicazioni di grande qualità e avvicinarsi al mondo visionario, libero e creativo dell’editoria indipendente. Per 3 giorni, Open Book offrirà un’immersione rigenerante nella resistenza culturale, a difesa della bibliodiversità e della pluralità di pensiero. Inoltre quest’anno, Open Book accoglierà anche lo spazio riviste con la preziosa collaborazione di Firenze RiVista​ e la partecipazione di Edicola 518​.
Il programma completo nell’evento ufficiale

Anche quest’anno il consueto spazio STREET MARKET permetterà al pubblico del festival di acquistare vinili, CD, fumetti, libri, abbigliamento e prodotti di artigianato, mentre quello dedicato alla ristorazione FOOD&DRINKS offrirà un ristorante, un’area street food ed una dedicata a birre e cocktail .

Completa il programma lo spazio ART&FUN con live drawing e laboratori artistici per adulti, ragazzi e bambini.

Per tutti coloro che verranno in treno o per chi pernotterà al campeggio sul lago di Chiusi oppure nel centro storico, sarà operativo il servizio LARS ROCK SHUTTLE, navetta gratuita a chiamata.

PROGRAMMA

Tutti i giorni:
17.00 – apertura street market, mercatino del disco, fiera dell’editoria indipendente Open Book
17.30 – apertura birreria e cocktail bar
19.30 – apertura ristorante e pub
19.30 – “9 studenti per 9 manifesti”. Gli studenti del III corso dell’Istituto Italiano di Design di Perugia espongono i loro elaborati progettati come esercitazione durante il corso di metodologie progettuali e le sperimentazioni di serigrafia fatte nel workshop con Mynameisbri. A cura di Daniele Pampanelli e IID
20.00 – dj-(sun)set
20.00 – live painting drawing con Biblioteca delle Nuvole e collettivo Becoming X
21:30 – inizio concerti Main Stage

Venerdi 05.07
18.00/19.00 – laboratorio per bambini con Chiara Dionigi (Collettivo Becoming X)
18.30/19.30 – Presentazione della graphic novel “4 vecchi di merda”, Coconino Press 2018, di Marco Taddei e Simone Angelini.
Fumetto horror ironico: quattro punk all’ospizio in un futuro vecchio, una distopia  contraddistinta dal classico humor nero e dal nichilismo che ha reso famosa la coppia. In collaborazione con TINALS che presenta “Sui Generis: this Is Not Punk”.
Con Andrea Provinciali, Marco Taddei e Simone Angelini.

Sabato 06.07
17.00 – Open Book ospita riviste internazionali e italiane in collaborazione con il festival fiorentino “Firenze Rivista” e con la partecipazione di Edicola 518
18.00/19.00 – “Go green! Restiamo al verde!”, letture e laboratorio per bambini per esplorare insieme il colore più ecologico dell’anno. A cura di La Sedia Blu – Firenze. Età 6-10 anni.
18.00/19.00 – Yoga con Eleonora. Una lezione di hatha vinyasa yoga per riequilibrare corpo, mente e respiro. A cura di Eleonora Ansano.

Domenica 07.07
17.30/18.30 – “D’AMAndo”, laboratorio per bambini. Costruiamo una dama con materiali di recupero e giochiamo insieme. A cura di Comitato Soci Coop di Chiusi e Legambiente. Età 6-10 anni.
18.30/19.30 – “Badabum che bum”, letture e musica. A cura di Biblioteca di Chiusi. Età 0-6 anni.
19.00/20.00 – Presentazione del libro “Rock Lit”, Jimenez edizioni 2018, di Liborio Conca.
«Sherwood Anderson, John Cheever e Flannery O’Connor hanno cambiato la mia musica» Bruce Springsteen. A cosa serve la letteratura per chi fa rock?  Liborio Conca risponde alla domanda in un viaggio tra la musica e la letteratura. Con Liborio Conca e Stefano Solventi.

TIEDBELLY AND MORTANGA “Satan Built A House”

TIEDBELLY AND MORTANGA
Satan Built A House
Goodfellas Records

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Se si è più volte dubitato delle condizioni di salute della musica rock, nessuno si è mai sognato di mettere in discussione lo stato di forma del blues, forse perchè quando c’è di mezzo il demonio non si può mai dire oppure perché c’è chi come il Buddy Guy dell’ultimo album The Blues Is Alive And Well ne ribadisce la vitalità o magari perché qualsiasi dubbio viene allontanato dall’uscita di dischi come Satan Built A House, folgorante esordio di Tiedbelly And Mortanga. In realtà, è possibile che la manifesta indifferenza alle mode e le aspirazioni all’eternità siano dovute alla natura stessa del blues, che è un sentire più che una sequenza di note, un linguaggio più che una calligrafia, tutta una storia più che una manciata di canzoni o almeno è la maniera in cui lo interpretano in maniera profonda e, è il caso di sottolinearlo, viscerale Tiedbelly And Mortanga, duo originario di Roma, che a giudicare da quanto si ascolta nel polverosissimo Satan Built A House, potrebbe essere il toponimo di una qualche ghost town del Mississippi o dell’Alabama, perchè è da quelle lontane latitudini e da quelle terre ancora infestate dagli spettri dei patriarchi che pare echeggiare la spiritata miscela di blues, folk e hillbilly che riempie questa promettente opera prima. Mascherati dietro a soprannomi da leggenda, visto che il blues ha sempre bisogno di una certa mitologia, Tiedbelly al canto e alle chitarre e Mortanga alla batteria, alle percussioni e ai cori battono i tempi sinistri di una roots music scura e indemoniata con suoni crudi e l’istintiva urgenza del buona la prima, scorticando dagli strumenti furiose fiammate elettriche come la nervosa titletrack, sordidi boogie in orbita Pussy Galore come la selvaggia Old Pa’s Advice, blues malati come la grandiosa Cannizzaro Hospital Blues, selvatici rockabilly alle anfetamine come Stretch The Line o struggenti ballate da plenilunio come la cinematografica There Is A Rider. Cantano in un inglese sporco e strascicato come fossero posseduti dallo spirito di Robert Johnson e suonano con la febbre di chi ha stretto un patto con il diavolo, perchè Tiedbelly and Mortanga sono delle autentiche anime dannate del blues e Satan Built A House è la loro eccitante penitenza.

Luca Salmini

MARIEE SIOUX “Grief In Exile”

MARIEE SIOUX
Grief In Exile
Night Bloom Records

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Le note ci dicono che Mariee Sioux è cresciuta in una cittadina mineraria della California del Nord, con un padre suonatore di mandolino d’origini polacco ungheresi e una madre con sangue paiute, spagnolo e indie messicano. Non ha neppure vent’anni quando si autoproduce i primi due album, lavori che le permettono di farsi conoscere in giro e di pubblicare in seguito un altro paio di dischi su etichette più strutturate, cosa che le apre le porte a tour internazionali e pure a una collaborazione discografica con Bonnie Prince Billy (il doppio 7” Bonnie & Mariee). Il padre era un frequentatore di festival Bluegrass ed è quindi naturale che fin da piccola Mariee abbia sviluppato una naturale predisposizione alla musica, quella folk in particolare. Non di folk classico al 100% si tratta però, perché le sue sono canzoni dotate di un carattere sottilmente stregato, sognante, con un filo di psichedelia ad attraversarle latentemente. Per certi versi potrebbe ricordare l’approccio alla materia di una come Marissa Nadler, alla quale l’accomuna anche una voce eterea e tendente all’acuto. Il nuovo Grief In Exile non manca di mettere in mostra queste caratteristiche attraverso dieci canzoni sostanzialmente acustiche, dotate di fascinose melodie e un pizzico di conturbante ancestralità, evidente ad esempio in pezzi come l’allucinatoria Black Snakes o la trance misterica di Never Known. In qualche episodio il folk s’appaia ad un sostanziale gusto pop (Baby Wave, arricchita poi da un fiddle; la pimpante Coyote With The Flowering Heart), altre volte la voce si mescola al fantastico intrecciarsi di diversi strumenti a corda (la bella Goose Song, le ariose e svolazzanti Grief In Exile e Behind The Veil), altre ancora scivolano in un classicismo quasi senza tempo (il valzer fatato Snow Knows White, Love Like Water, My Birds), evocando con pochi tratti un mondo immaginifico che vale la pena scoprire e frequentare.

Lino Brunetti

CAVE IN “Final Transmission”

CAVE IN
Final Transmission
Hydra Head

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Per misurare l’integrità dei Cave In bisogna ritornare all’anno 2003 e all’uscita di Antenna per una major come l’RCA. Quello era un signor disco, la giusta summa del loro percorso precedente, dopo essere partiti aggressivi e molto metal, lentamente evolutisi verso un indie prog di notevole fattura. Successo commerciale ma poi al rifiuto della casa discografica di pubblicare il successivo Perfect Pitch Black, decisamente più duro e con il ritorno in grande stile del cantato growl, decidono di ritornare indipendenti con Hydra Head. A quell’album farà seguito, ben sei anni dopo, White Silence, ancora più duro ed intransigente. Stephen Brodsky (voce, chitarra) Adam McGrath (chitarra) John Robert Conners (batteria) e Caleb Scofield (voce, basso) si danno ad altri progetti (Mutoid Man, Old Man Gloom, Zozobra) senza mai dichiarare morta la band e si ritrovano a Boston nel febbraio 2018 per registrare un nuovo album. Dopo aver registrato per tutto un weekend Caleb se ne ritorna a casa nel New Hampshire: sarebbe stata l’ultima volta che i quattro avrebbero suonato insieme. Il giorno dopo Stephen, Adam e John ricevono un messaggio da Caleb con un memo vocale allegato: è l’idea per una nuova canzone nel quale Caleb suona una chitarra acustica e canticchia una melodia che pari pari diventa la struggente title track di Final Transmission posta in apertura del nuovo disco. Il 28 marzo 2018 infatti Caleb Scofield muore in un incidente d’auto ed ora i restanti tre membri con l’aiuto di Nate Newton (Converge) completano quelle tracce suonate lo scorso anno. Tutto questo per raccontare la storia del disco perché per descriverne la musica basta veramente poco: il disco è strepitoso, un ritorno alle sonorità spaziali di Jupiter, mescolate a tanto progressive metal completamente privo di tecnicismi inutili quanto noiosi, qui tutto è diretto e scintillante, dalle melodie vocali alla chitarra, fino ad incursioni ancora nel post hardcore. Un grande ritorno e solo il futuro potrà dirci se avrà un seguito, lo spirito di Caleb vive tra questi solchi. 

Daniele Ghiro

BAD RELIGION “Age Of Unreason”

BAD RELIGION
Age Of Unreason
Epitaph

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Anche Greg Hetson se ne è andato ed ora in formazione degli originali Bad Religion rimangono solo Greg Graffin e Jay Bentley. Poco male per una formazione che ha saputo rinnovarsi negli anni, inserendo nuovi membri e rinsaldando le fila ogni volta. Il discorso, ad ogni nuovo album, è sempre lo stesso: ne vale la pena? Siamo al diciassettesimo disco, abbondantemente cinquantenni, la panza prominente, le famiglie… il punk, mai sopito, mai abbandonato, mai edulcorato (beh un po’ si dai), ma mai scaduto di tono. Il fatto è che i creatori del punk melodico ancora impietosamente surclassano la pletora di band che hanno avuto in regalo Suffer dal proprio padre quando avevano sei anni. Sarà una questione di attitudine, anzi deve essere per forza quella, perché avere il coraggio di presentarsi ancora sui palchi a suonare questa musica è un atto di devozione al proprio percorso, alla propria vita, passata in giro per il mondo a suonare punk’n’roll. Quattordici pezzi, due brutti: Downfall, superfluo pop e Lose Your Heads inutile e sdolcinata, il resto è Bad Religion cento per cento. Anzi diciamo pure Greg Graffin cento per cento perché la sua voce è ancora quella che abbiamo imparato ad amare tanti anni fa, le sue melodie possono anche essere già sentite un milione di volte ma le sfumature che ogni volta inserisce sono strepitose e ancora mi fanno amare quei cori infiniti. Su tutte faccio un plauso a Faces Of Grief un brano che ha ancora dentro quella cattiveria hardcore di un tempo, un brano che le band sopra citate ancora fanno fatica a capire, figuriamoci a scrivere. Quindi giù il cappello, niente nostalgia e nemmeno l’ospizio, i Bad Religion sono ancora qui.

Daniele Ghiro

Wøm Fest 2019

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Saranno La Rappresentante di Lista e i Fast Animals and Slow Kids gli headliner del WØM FEST 2019, nei giorni 7 e 8 Giugno nel parco della storica Villa Bottini di Lucca.

In questa edizione il festival di primavera, organizzato dall’associazione culturale WOM, vuole puntare l’attenzione sulla parità tra uomo e donna, dedicando la prima giornata a concerti di voci femminili e la seconda a voci maschili.
Saranno infatti
Emma Morton and the Graces e la giovanissima Boyrebecca ad accompagnare La Rappresentate di Lista il primo giorno, mentre gli esterina e i Metropol saliranno sul palco con i FASK il secondo.

Oltre all’attenzione verso la proposta musicale, il WØM FEST ha voluto sottolineare la cura particolare verso quegli aspetti che potranno rendere migliore possibile l’esperienza del festival per il proprio pubblico.

Scegliere la splendida e accogliente cornice di Villa Bottini, in continuità con le precedenti edizioni, evidenzia l’obiettivo di proporre una location suggestiva, ma anche piacevole e rilassante. Oltre alla Zona Food, con una proposta culinaria variegata e comprendente anche street food di qualità, ci sarà una zona Expo con uno spazio dedicato al vinile e a diverse produzioni artistiche, ad opera di giovani artisti trasversali, tra dipinti e fumetti, stampe e disegni.

L’intenzione del WØM è quella di rendere l’area del festival un luogo ospitale che potrà accogliere il pubblico già dalle ore 18.00, per poter degustare un aperitivo di qualità con la musica selezionata da diversi DJ.

Il WØM FEST vi aspetta venerdì 7 a Sabato 8 Giugno a Lucca!

Biglietto giornaliero: 12 euro + d.p.
Abbonamento due giorni: 20 euro + d.p.
Prevendita: www.diyticket.it/festivals/9/wom-fest