ABISSI “Oltre”

ABISSI
OLTRE
AUTOPRODOTTO

Nonostante il grunge sia ormai un ricordo (inteso come scena, musicale, sociale, di attitudine) i semi buttati in quel fenomenale ed intenso movimento ancora sbocciano nel panoroma mondiale. Nonostante un comunicato stampa che cita stoner, punk, psichedelia e noise a me pare che gli Abissi siano maggiormente inquadrabili nel filone grunge.

Il richiamo agli Alice In Chains (il gruppo di quel genere più spostato verso il metal e l’oscurità) è evidente ma qui ci ho trovato lo spirito di una band minore, poco conosciuta, i Gruntruck. Canzoni quadrate, ottime melodie, potenza e aggressività a livelli alti, un metodo compositivo che scansiona la musica in maniera chirurgica.

Ma questi sono dettagli da recensore, il cuore non guarda dove ci si posiziona e si lascia fluire dagli speakers il magmatico intro di Bilocazione, ci si fa investire dalla brutale Demoni, ci si immerge nella pesantezza oscura dalle derive doom di Unica Realtà e Il Mago di OX. Poi arriva la sorprendente Spazzati Via, una ballata ultraelettrica, stratificata e sognante, con chitarre che volano quasi su lidi shoegaze e un finale dirompente, personalmente il vertice dell’album. Grunge Buddha e Interzona chiudono l’album avvicinandosi maggiormente allo stoner e alla psichedelia acida.

Francesco Menghi (già voce e chitarra nei Veracrash), Luca Ibba (già batterista di OdE) e Agostino Marino (Voce e chitarra nei Little Pig), milanesi, hanno sfornato un gran bel debutto.

Daniele Ghiro