FLACOPUNX “Coleotteri”

FLACOPUNX
Coleotteri
Maninalto!

flaco
Non è stata una separazione semplice e ricca di strette di mano quella tra Flaco e i Punkreas, ma fortunatamente, in un modo o nell’altro, è ormai alle spalle visto e considerato che il chitarrista ha già pronto il suo progetto solista insieme a Carlo Ferrè alla voce, Dario Magri alla batteria, Mattia Foglia al basso. Non c’è, e per fortuna aggiungo, un netto smarcamento dalle sonorità della band che ha contribuito a formare, si percepiscono però evidenti delle piccole ma significative differenze in materia di impostazione e di globalità. Flaco apre con entusiasmo ad un sound decisamente più accessibile e pur muovendosi in ambito punk aggiunge surf, reggae e ska a supportare le proprie idee, aggiungendo inoltre un piglio decisamente più pop e fruibile. Questo non vuol dire perdere potenza ed integrità perchè ad esempio Dodici Ore è un bell’esempio di punk sostenuto e fatto con l’attitudine giusta. Flaco è abile ed efficace nello scrivere soprattutto ritornelli dal bel impatto melodico, non cercate rivoluzioni che tanto non ne abbiamo bisogno quando i tre accordi di una canzone punk sono ben fatti e messi a terra con la giusta potenza. Questo è quello che il suo nuovo progetto solista riesce a trasmettere: ancora una forte esplosione di vitalità disordinata, dopo tutti questi anni ritrovarsi ancora con queste motivazioni non è cosa da poco.

Daniele Ghiro

MALEDUCAZIONE ALCOLICA “Resto Fuori”

MALEDUCAZIONE ALCOLICA

Resto Fuori

Maninalto!

cv_maleducazione

Una band di 9 elementi, una sezione fiati notevole e dirompente, una carica selvaggia che non ti abbandona mai, delle chitarre che sanno dare carica e potenza, testi che ovviamente si piazzano su temi sociali visti in maniera diretta o in modo scanzonato ed ironico. Ed una band che si dedica a questo genere, al rocksteady, punk, reggae, ska, di senso dell’umorismo ne deve per forza di cose essere invasa. Poi il disco è suonato benissimo, arrangiato ancora meglio e si avvale di collaborazioni notevoli: per dirne una Stress Homeless con Marino Severini dei Gang è proprio una canzone che va diretta nella direzione della band marchigiana. Ci si districa a zig zag tra scatenati ska con un grande lavoro dei fiati (Una Storia Da Evitare) e trascinanti rocksteady ricchi di grasse chitarre (Notte), tra fulminanti reggae (Marzo) e scanzonati brani dal sapore paesano (Amavi Le Fragole). C’è da divertirsi con Polli Beat, una canzone che ti shaekera completamente, impossibile restar fermi e che credevo fosse la mia preferita finchè non sono giunto al ritornello bomba di Puniscimi, dal taglio punk trascinante. Unico brano un po’ fuori contesto, ma molto bello, è Trash, dura e rappata, che si avvicina ad una versione light degli ultimi Linea77. Insomma, un disco da mettere su quando si ha voglia di ballare e lasciarsi andare, e sono convinto, pur non avendoli mai visti su un palco, che dal vivo potrebbero essere in grado di fare sfracelli.

Daniele Ghiro

PLAYONTAPE “The Glow”

PLAYONTAPE

The Glow

La Rivolta Records

cv_playontape

Un deciso scarto in avanti e se vogliamo anche anche un po’ di lato per il quartetto leccese che bissa l’esordio con un deciso arricchimento di suoni e atmosfere. Casualmente avevo sulla scrivania insieme a questo disco l’ultima fatica degli Interpol (El Pintor) e le similitudini tra i due gruppi ci sono, ma la battaglia è stata vinta dagli italiani per distacco. Con questo non voglio dire che siano meglio dei newyorkesi ma di certo la parabola discendente degli Interpol incomincia ad avere ormai poche speranze di risalita e se siete amanti del genere i Playontape dimostrano che si possono ancora fare dischi new wave, derivativi quanto volete, ma decisamente vivi e pulsanti, ricchi di intensità e colmi di energia. Ci sono tastiere ed elettronica a rendere più corposo il suono, ci sono effetti di registrazione creati ad arte, ci sono tutti i trucchi del genere, ma se alla fine non hai in mano un buon songwriting tutto diventa fine a se stesso e i pugliesi di canzoni notevoli ne sfornano una discreta manciata. Basti prendere ad esempio un brano come There’s No Tomorrow che sbrodola atmosfere dark e pulsanti a valanga, condite da tocchi elettronici glaciali, chitarre che si infiammano e un finale drammatico (ripresa anche come ghost track finale). La titletrack fila deliziosamente indietro nel tempo Faith, Lies e Pandora’s Box sanno mettere sul piatto anche pesanti chitarre punkwave e graffianti riff, poi God And The Fall saluta con il botto, colma e ricca di atmosfera. Disco bello e piacevole, ricco di ottimi spunti e che porta con se nemmeno briciolo di noia.

Daniele Ghiro

GIUDA “Let’s Do It Again”

GIUDA

Let’s Do It Again

Damaged Goods-Fungo Records/Goodfellas

giuda_album

GIUDA son una band romana nata sulle ceneri dei punk Taxi, che tanto ha fatto parlare di sé col loro primo disco, Racey Roller, non solo finito sulle pagine di Mojo, vera rarità per un gruppo italiano, ma che ha pure collezionato pareri entusiastici da personaggi quali Kim Fowley, Robin Wills dei Barracudas e Phil King di Lush e Jesus & Mary Chain, tra gli altri. Ed evidentemente anche da parte del buon vecchio Billy Childish, visto che Let’s Do It Again esce nientemeno che su Damaged Goods, l’etichetta del vecchio leone inglese. Beh, non si può negare che se siete in cerca di un misto di  rock’n’roll, punk, glam e pub rock stradaiolo, il tutto infarcito di melodia, cori da stadio da cantare a squarciagola, riffoni ed assoli di chitarra, pianoforti saltellanti e tanto ritmo, i dieci brani di questo nuovo album dei Giuda, siano la fermata che fa per voi. Niente che non si sia sentito migliaia e migliaia di volte, con anche quel pizzico di tamarragine proletaria, sacrosanta ed obbligatoria, visto il contesto, ma, nel genere, fatto assai bene.

Lino Brunetti

ARCTIC MONKEYS & THE STRYPES live @ Mediolanum Forum, Assago (MI) – 12 novembre 2013

ARCTIC MONKEYS + THE STRYPES

MEDIOLANUM FORUM

ASSAGO (MI)

13 NOVEMBRE 2013

Che gli Arctic Monkeys siano una delle band più brillanti, intelligenti e capaci del rock contemporaneo, non credo possa essere messo in discussione. Lo ha dimostrato recentemente anche l’uscita del loro quinto album, l’ottimo AM, fin dal titolo un piccolo omaggio agli immensi Velvet Underground, ma poi disco capace di accostamenti arditi, in grado di essere sintesi tra l’energia dei primi dischi e la maggior raffinatezza e ambiziosità di quelli successivi, colmo inoltre di canzoni in grado di piacere al pubblico più raffinato, così come a quello che un po’ meno si dedica alla scoperta di gemme nascoste. E’ anche per questo che, nonostante la sua perfezione, l’inappuntabilità della musica scaturita dal palco, la cura con cui è stato seguito ogni aspetto – vedi il tutto sommato semplice ma efficace spettacolo delle luci – il loro concerto mi ha lasciato almeno in parte dubbioso. Perché da una band come loro, mi aspettavo qualcosa di più di un bel compitino di un’ora e venti (andiamo, con cinque album alle spalle?) e di una resa delle canzoni sì potente e spesso esaltante, ma pure sempre fin troppo ligia a ricalcarne la versione su disco. Il solito rimbombo del Forum c’ha messo poi del suo, livellando a sonorità boombastic tutte le sfumature che eppure c’erano. Scaletta in buona parte incentrata sull’ultimo disco, ma con ovvie puntate nel repertorio precedente, che ha senza dubbio trafitto il cuore di buona parte del, come al solito, calorosissimo pubblico milanese, il quale, proprio per questo, a mio parere meritava qualcosina di più. Discorso diverso per i giovanissimi The Strypes, che la serata avevano aperto. Sia pur meno estrosi e creativi musicalmente di Turner e soci, i quattro irlandesi hanno infiammato la platea con un sound che, dal vivo, è ancora più ruvido, selvaggio ed eccitante che su disco. Il batterista martella senza posa come un ossesso, il bassista gli va dietro accrescendo più il tasso elettrico che non segnando il ritmo, mentre il chitarrista svisa, si lancia in assoli infuocati e fa fluire feedback ed elettricità quasi come un novello Jimmy Page. Bravo anche il cantante, solo giusto un po’ troppo impalato e statico come frontman. Quarantacinque minuti al fulmicotone per loro, dove al loro repertorio ultra sixties, come anche su disco, hanno aggiunto qualche cover, lasciandosi andare, tra l’altro, pure a qualche momento jammante, che ha dimostrato, semmai ce ne fosse stato bisogno, la solidità di una band che non è un fuoco di paglia. Immagino cosa possano combinare tra le mura di un club, probabilmente la loro dimensione ideale!

Lino Brunetti

arctic-monkeys-2013

Arctic Monkeys

The Strypes

The Strypes

 

INCENERE “BRINDO ALLA VITA”

INCENERE

Brindo Alla Vita

Maninalto! Records

incenere

E’ possibile debuttare nel 2013 spendendo le proprie energie nel confezionare ancora una volta il solito disco di punk melodico, genere che ha avuto il suo momento di gloria negli anni ‘90? Beh, stando al risultato degli sforzi degli Incenere, band trevigiana, direi proprio di sì. Non troverete niente qui dentro che vi farà gridare al miracolo, ma qualcosa che vi farà battere il piedino e scuotere la testa quello sì. E sono quelle ficcanti e dirette melodie su tappeti ritmici scoppietanti come si conviene. Amanti di Porno Riviste e Punkreas accomodatevi pure, 12 piccole schegge ad alto tasso energetico sono pronte per voi. Tra le migliori E Vissero Felici E, che mi ricorda molto i No Use For A Name dei tempi migliori e La Falla Della Folla. Testi divertenti ma con sottofondo amaro (e non potrebbe essere altrimenti) ed una produzione scintillante, fanno diventare questo disco un godibilissimo compendio punk’n’roll, al contrario di altri grandi gruppi paladini di questo genere (non faccio nomi) che hanno abbandonato l’energia primigenia per far posto a scialbe ed insulse canzoncine.

Daniele Ghiro

di seguito lo streaming del disco

https://soundcloud.com/user573053880/sets/cincin/s-y9yEu

END OF THE ROAD 2013 – UN RACCONTO PER IMMAGINI

senza titolo-124Un po’ come abbiamo fatto per il Primavera Sound, vi raccontiamo qui l’edizione 2013 del bellissimo festival End Of The Road – si tiene nel Dorset, in Inghilterra, ogni anno alla fine di agosto – attraverso una galleria di immagini, rimandandovi ad un più completo report che apparirà sul prossimo Buscadero. Per il momento, buona visione quindi.

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Annie Eve

Annie Eve

Widowspeak

Widowspeak

Diana Jones

Diana Jones

Landshapes

Landshapes

Ralfe Band

Ralfe Band

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Pins

Pins

Pins

Pins

Pins

Pins

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Futur Primitif

Futur Primitif

Allo Darlin'

Allo Darlin’

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Doug Paisley

Doug Paisley

Serafina Steer

Serafina Steer

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Money

Money

Eels

Eels

Eels

Eels

Eels

Eels

Matthew E. White

Matthew E. White

Bob Lind

Bob Lind

David Byrne

David Byrne

St. Vincent

St. Vincent

Savages

Savages

Savages

Savages

King Khan & The Shrines

King Khan & The Shrines

Birthday Girl

Birthday Girl

Fossil Collective

Fossil Collective

Evening Hymns

Evening Hymns

Pokey La Farge

Pokey La Farge

Indians

Indians

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Night Beds

Night Beds

Dawes

Dawes

Dawes

Dawes

Angel Olsen

Angel Olsen

Angel Olsen

Angel Olsen

Leisure Society

Leisure Society

Leisure Society

Leisure Society

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Warpaint

Warpaint

Warpaint

Warpaint

Warpaint

Warpaint

Anna Von Hausswolff

Anna Von Hausswolff

Anna Von Hausswolff

Anna Von Hausswolff

Trembling Bells

Trembling Bells

Trembling Bells with Mike Heron

Trembling Bells with Mike Heron

Mike Heron

Mike Heron

Mike Heron

Mike Heron

Crocodiles

Crocodiles

Barr Brothers

Barr Brothers

Barr Brothers

Barr Brothers

Barr Brothers

Barr Brothers

Barr Brothers

Barr Brothers

Barr Brothers

Barr Brothers

Charlie Boyer & The Voyeurs

Charlie Boyer & The Voyeurs

Charlie Boyer & The Voyeurs

Charlie Boyer & The Voyeurs

Damien Jurado

Damien Jurado

William Tyler

William Tyler

Bo Ningen

Bo Ningen

Bo Ningen

Bo Ningen

Bo Ningen

Bo Ningen

Valerie June

Valerie June

Valerie June

Valerie June

Valerie June

Valerie June

Broken Twin

Broken Twin

Broken Twin

Broken Twin

John Murry

John Murry

John Murry

John Murry

Dinosaur Jr

Dinosaur Jr

Dinosaur Jr

Dinosaur Jr

Barr Brothers with Futur Primitif

Barr Brothers with Futur Primitif

Caitlin' Rose
Caitlin’ Rose

All photos © Lino Brunetti

Don’t use without permission

IGGY & THE STOOGES @ IPPODROMO SAN SIRO, MILANO, 11 luglio 2013

IGGY & THE STOOGES

IPPODROMO SAN SIRO

MILANO

11 LUGLIO 2013

Diciamoci la verità: Iggy Pop avrà pure quasi settant’anni (!), sarà sciancato quanto volete e a qualcuno potrà pure risultare un po’ patetico, ma quando si parla di rock’n’roll e di punk-rock, è ancora in grado di dare la zuppa al 99% delle bands in circolazione. Con un disco nuovo alle spalle – Ready To Die, tramite il quale ha riesumato ancora una volta il nome degli Stooges – alla fine ben più efficace di quanto m’era parso durante i primi ascolti, rieccolo ancora in pista a tenere in vita l’aspetto più iconico, viscerale e selvaggio del rock. Quando si presenta sul palco a petto nudo, indifferente ai segni del tempo che quel corpo inevitabilmente porta incisi su di esso, e attacca con Raw Power, è come se non ci fosse più spazio che per questa inesauribile e vitale energia cosmica a cui abbiamo dato il nome di rock. E’ lui, l’Iguana, forse il più autorevole propugnatore del Verbo, il tramite attraverso il quale la fiamma continua a rimanere accesa. Devo proprio confessarlo, era da un sacco che non mi divertivo così tanto. Iggy è una bestia, un animale viscido e cattivo che neppure l’età è riuscito ancora a domare. Corre avanti e indietro sul palco, si batte il petto come uno scimmione in calore, sputa a ripetizione, eppure la sua voce è intatta e riesce ad essere efficace sia nell’urlo che nelle parti più modulate. Dietro Iggy, gli Stooges sono una macchina da guerra: scomparso il compianto Ron Asheton, oggi la chitarra è stata ripresa in mano da James Williamson, un chitarrista che sa come sputare fuori riff e assoli a ripetizione; fuori gioco, almeno dal vivo, pure l’altro Asheton, Scott, le bacchette sono saldamente in mano a Toby Dammit, un macinatore di ritmi infaticabile, supportato dal basso implacabile di un rovinatissimo Mike Watt e dalle infiltrazioni del sax di Steve MacKay, che a vista pare avere 1000 anni. Può un così scombinato assortimento d’improbabili personaggi essere riuscito a farci il culo in un’ora e mezzo di show? C’è riuscito e come! Perché quando la scaletta è composta da canzoni immortali come I Wanna Be Your Dog, Search & Destroy, una Fun House col palco invaso dal pubblico, 1970, un’epocale Open Up & Bleed, Gimmie Danger, Penetration, Down In The Street, da due gioielli tratti dal Kill City di Pop e Williamson (Beyond & Law e Johanna), da una in fondo inattesa ma sempre gradita The Passenger e da un pugno di per nulla secondarie nuove canzoni (Ready To Die, Sex & Money, Gun e Burn), non si può far altro che capitolare. Neanche un momento di pausa, una mitragliata di fuoco che non ha lasciato scampo, chiusa con l’immagine di Iggy che, prima di scendere dal palco, si cala i calzoni per mostrarci il culo. L’ultima, giocosa beffa di un eterno ragazzaccio che non vuole saperne di diventare adulto.

Lino Brunetti

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THE EROTIK MONKEY “TUTTI I COLORI DEL BUIO”

THE EROTIK MONKEY

Tutti I colori del Buio

Autoproduzione/Believe

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Deciso passo in Avanti per la band sarda che al terzo album assesta il colpo decisivo per rinsaldare le proprie ambizioni. Tutti I Colori Del Buio è un album di ottime canzoni, registrato superbamente nonostante l’autoproduzione e aiutato dal lavoro al mixing di Magnus Lindberg (Cult Of Luna) che ha un tocco metallic superiore, rendendo le tracce decisamente scintillanti (a me ha ricordato il suono dei System Of A Down). Un po’ di tribolati cambi di formazione non hanno indebolito il gruppo e già dall’apertura potente di Golden Gate Bridge si capisce subito che i cinque ci sanno fare, perchè l’assalto potente punk/grunge è impressionante ed hanno anche la sfacciata presunzione, in mezzo a tutto questo casino, di piazzare li in mezzo un chorus estremamente musicale. Calendule è tesa e cupa, si espande su fragorosi riff, vira su liquidi tocchi psichedelici e termina con urla belluine. Una sezione ritmica pulsante ed instancabile caratterizza l’aggrovigliamento chitarristico dello strumentale Alito Del Doposole. Come L’aurora è una bugia, presente nel precedente Samsara, anche qui la parte central è caratterizzata da una sorta di mini suite in tre parti (distinte): Nel Giorno pt1 bilancia cattiverie con dolcezze, Nel Giorno pt2 è nervosa, tesa e tirata, Nel Giorno pt3 è più dilatata, musicale e melodica, ma sempre pesante anche quando I ritmi rallentano. Tempo e Cambiamento è in linea con cose alla Deftones, Asbesto ha tempi spezzati in un contest più tradizionale ma poi si infila in un baratro di distorsione e sporcizia, in Anomia Mortifera e Non Pensi prevalgono le chitarre acustiche, Voci è il finale elettronico un po’ fuori contesto. Disco intenso e di notevole impatto: ascoltatelo!

Daniele Ghiro

https://soundcloud.com/user206027030/sets/giugno2013_tre/s-yOerC

Primavera Sound 2013 – Un racconto per immagini

Primavera Sound - Parc del Forum

Testo e foto di Lino Brunetti

Per tutti gli appassionati di musica, quello col Primavera Sound di Barcellona, è un appuntamento annuale assolutamente da non perdere. Annunciato con lo slogan Best Festival Ever, il Primavera di quest’anno è stato un grandissimo successo sia di pubblico (oltre 170000 le presenze nei tre giorni a pagamento), che in termini di proposta musicale. Veramente tante le cose da ricordare: da un Nick Cave in forma smagliante ad un magico Mulatu Astatke, dall’atmosfera emozionante creata dai Dead Can Dance, all’intensità di gruppi come Neurosis o Swans, per arrivare alla grandezza di giovani songwriters come Matthew E. White o Phosphorescent o al divertimento assicurato da bands quali Goat, Metz o Thee Oh Sees. Un vero e proprio report sulla manifestazione, apparirà sul numero di luglio/agosto del Buscadero; qui, sarà essenzialmente attraverso una galleria fotografica che proveremo a raccontarvi i nostri giorni nella città catalana. Iniziando a contare fin da adesso i giorni che mancano al prossimo Primavera, di cui è già stato annunciato il primo nome: Neutral Milk Hotel! Appuntamento a Barcellona quindi, 29, 30 e 31 maggio 2014!!!!

Parc del Forum

Parc del Forum

Parc del Forum

Parc del Forum

Parc del Forum

Parc del Forum

Parc del Forum

Parc del Forum

The BotsThe Bots

Guards

Guards

The Vaccines

The Vaccines

The Breeders

The Breeders

Wild Nothing

Wild Nothing

Woods

Woods

Savages

Savages

Savages

Savages

Blue Willa

Blue Willa

Blue Willa

Blue Willa

Girl portrait

Girl portrait

Metz

Metz

Parc del Forum

Parc del Forum

Do Make Say Think

Do Make Say Think

Bob Mould (before the show)

Bob Mould (before the show)

Hot Snakes

Hot Snakes

Fucked Up

Fucked Up

Dead Skeletons

Dead Skeletons

Animal Collective

Animal Collective

Animal Collective

Animal Collective

Ethan Johns

Ethan Johns

Mulatu Astatke

Mulatu Astatke

Mulatu Astatke

Mulatu Astatke

Daniel Johnston

Daniel Johnston

Daniel Johnston

Daniel Johnston

Om

Om

Matthew E. White

Matthew E. White

Jesus & Mary Chain

Jesus & Mary Chain

Jesus & Mary Chain

Jesus & Mary Chain

Neurosis

Neurosis

Neurosis

Neurosis

Swans

Swans

Swans

Swans

Goat

Goat

Goat

Goat

Mount Eerie

Mount Eerie

Julia Chirka & Lauren Ashley Eriksson (Mount Eerie) - portrait

Julia Chirka & Lauren Ashley Eriksson (Mount Eerie) – portrait

Sea And Cake

Sea And Cake

Sea And Cake

Sea And Cake

Dead Can Dance

Dead Can Dance

Dead Can Dance

Dead Can Dance

Dead Can Dance

Dead Can Dance

Thee Oh Sees

Thee Oh Sees

Phosphorescent

Phosphorescent

Phosphorescent

Phosphorescent

Nella folla

Nella folla

Cayucas

Cayucas

Girls

Girls

Love is in the air

Love is in the air

il mitico Big Jeff

il mitico Big Jeff

Pubblico

Pubblico

Mac De Marco

Mac De Marco

The Orchids

The Orchids

Julie Doiron

Julie Doiron

Sr. Chinarro

Sr. Chinarro

Come

Come

All photos © Lino Brunetti

Don’t use without permission