BAD RELIGION “Age Of Unreason”

BAD RELIGION
Age Of Unreason
Epitaph

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Anche Greg Hetson se ne è andato ed ora in formazione degli originali Bad Religion rimangono solo Greg Graffin e Jay Bentley. Poco male per una formazione che ha saputo rinnovarsi negli anni, inserendo nuovi membri e rinsaldando le fila ogni volta. Il discorso, ad ogni nuovo album, è sempre lo stesso: ne vale la pena? Siamo al diciassettesimo disco, abbondantemente cinquantenni, la panza prominente, le famiglie… il punk, mai sopito, mai abbandonato, mai edulcorato (beh un po’ si dai), ma mai scaduto di tono. Il fatto è che i creatori del punk melodico ancora impietosamente surclassano la pletora di band che hanno avuto in regalo Suffer dal proprio padre quando avevano sei anni. Sarà una questione di attitudine, anzi deve essere per forza quella, perché avere il coraggio di presentarsi ancora sui palchi a suonare questa musica è un atto di devozione al proprio percorso, alla propria vita, passata in giro per il mondo a suonare punk’n’roll. Quattordici pezzi, due brutti: Downfall, superfluo pop e Lose Your Heads inutile e sdolcinata, il resto è Bad Religion cento per cento. Anzi diciamo pure Greg Graffin cento per cento perché la sua voce è ancora quella che abbiamo imparato ad amare tanti anni fa, le sue melodie possono anche essere già sentite un milione di volte ma le sfumature che ogni volta inserisce sono strepitose e ancora mi fanno amare quei cori infiniti. Su tutte faccio un plauso a Faces Of Grief un brano che ha ancora dentro quella cattiveria hardcore di un tempo, un brano che le band sopra citate ancora fanno fatica a capire, figuriamoci a scrivere. Quindi giù il cappello, niente nostalgia e nemmeno l’ospizio, i Bad Religion sono ancora qui.

Daniele Ghiro