Backstreets su ADMR Rock Web Radio (Stagione 3, episodio 14)

FIRE! ORCHESTRAECHOES – LOST EYES IN DYING HAND
ART ENSEMBLE OF CHICAGOTHEME DE YOYO
NATURAL INFORMATION SOCIETYSTIGMERGY
THE NECKSSIGNAL
BRIGHDE CHAIMBEULTHA FONN GUN BHI TROM
KAMMERFLIMMER KOLLEKTIEFDRITTES KAPITEL (UNGESAGT, DANN VERGESSEN)
DOROTHY MOSKOWITZ & THE UNITED STATES OF ALCHEMY UNDER AN ENDLESS SKY

Backstreets – S03E16 Backstreets

Con Lino Brunetti
  1. Backstreets – S03E16
  2. Backstreets – S03E15
  3. Backstreets – S03E14
  4. Backstreets – S03E13
  5. Backstreets – S03E12

Backstreets su ADMR Rock Web Radio (Stagione 3, episodio 13)

SWANSPARADISE IS MINE
LANKUMNEWCASTLE
ALL HANDS_MAKE LIGHTWE LIVE ON A FUCKING PLANET AND BABY THAT’S THE SUN
LAEL NEALEIN VERONA
ANGEL OLSENNOTHING’S FREE
EMMA TRICCACHRISTADORA HOUSE
FENNE LILYLIGHTS LIGHT UP
KEVIN MORBY & WAXAHATCHEE ONE PAPER KID
WEDNESDAYCHOSEN TO DESERVE
ROSE CITY BANDCHASING RAINBOWS
MUDHONEYALMOST EVERYTHING
AUDIOBOOKSBURNT PICTURE
KATIE GATELYSEED
MATT ELLIOTTFLOWERS FOR BEA

Backstreets – S03E16 Backstreets

Con Lino Brunetti
  1. Backstreets – S03E16
  2. Backstreets – S03E15
  3. Backstreets – S03E14
  4. Backstreets – S03E13
  5. Backstreets – S03E12

Backstreets su ADMR Rock Web Radio (Stagione 3, episodio 12)

NANCY SINATRABANG BANG (MY BABY SHOT ME DOWN)
KEVIN SHIELDSCITY GIRLS
JOE HENRY & MADONNAGUILTY BY ASSOCIATION
R.E.M.SPONGE
VIC CHESNUTTSAD PETER PAN
DANIEL HECHTBABA DREAM SONG
JACK HARDYTHE TAILOR
BILL MADISONBUFFALO SKINNERS
LLOYD CHEECHOOWINDS OF CHANGE
THE BOOTLEGGERS feat MARK LANEGANWHITE LIGHT, WHITE HEAT
RAMMSTEINRAMMSTEIN
TOOTS & THE MAYTAILSLOUIE LOUIE
FRANKIE & THE WITCH FINGERSMEPEM
THE OH SEESSTICKY HULKS
KING GIZZARD & THE LIZARD WIZARD HYPERTENSION

Backstreets – S03E16 Backstreets

Con Lino Brunetti
  1. Backstreets – S03E16
  2. Backstreets – S03E15
  3. Backstreets – S03E14
  4. Backstreets – S03E13
  5. Backstreets – S03E12

Backstreets su ADMR Rock Web Radio (Stagione 3, episodio 11)

LANKUMTHE NEW YORK TRADER
BIG|BRAVETHE ONE WHO BORNES A WEARY LOAD
XIU XIUESQUERITA LITTLE RICHARD
SIGHTLESS PITFLOWER TO TOMB
DEATHCRASHDEAD, CRASHED
DEATH AND VANILLA FIND ANOTHER ILLUSION
KERALA DUSTVIOLET DRIVE
ALTIN GÜNRAKIYA SU KATAMAN
THE WEAVEKILL ME AGAIN
SLEAFORD MODSFORCE 10 FROM NAVARONE
DRY CLEANINGSWAMPY
THE MENRIVER FLOWS
THE REDS, PINKS AND PURPLESTHE TOWN THAT CURSED YOUR NAME
ROBERT FORSTERIT’S ONLY POISON
STEVE MASONTHE PEOPLE SAY
LONNIE HOLLEYOH ME OH MY
REFREEAMANECE SIN QUE NEDIE LO VEA

Backstreets – S03E16 Backstreets

Con Lino Brunetti
  1. Backstreets – S03E16
  2. Backstreets – S03E15
  3. Backstreets – S03E14
  4. Backstreets – S03E13
  5. Backstreets – S03E12

Backstreets su ADMR Rock Web Radio (Stagione 3, episodio 10)

SPECIALE MARK LANEGAN

HIT THE CITY
BED OF ROSES (SCREAMING TREES)
NEARLY LOST YOU (SCREAMING TREES)
MOCKINGBIRDS
PENDULUM
BECAUSE OF THIS
SHILOH TOWN
RESURRECTION SONG
ONE WAY STREET
METAMPHETAMINE BLUES
BLEEDING MUDDY WATER
ODE TO SAD DISCO
MACK THE KNIFE
GOODBYE TO BEAUTY
DISBELIEF SUSPENSION
STOCKHOLM CITY BLUES
THE CIRCUS IS LEAVING TOWN (MARK LANEGAN & ISOBEL CAMPBELL)
REVIVAL (SOULSAVERS)
WHO WILL LEAD US? (THE GUTTER TWINS)
PENTACOSTAL (MARK LANEGAN & DUKE GARWOOD)

Backstreets – S03E16 Backstreets

Con Lino Brunetti
  1. Backstreets – S03E16
  2. Backstreets – S03E15
  3. Backstreets – S03E14
  4. Backstreets – S03E13
  5. Backstreets – S03E12

Ritratti musicali 4: Nervous Conditions

Il nome Nervous Conditions probabilmente non dirà molto ai meno attenti. È però quello che avevano, primo di doverlo cambiare a causa delle accuse di molestie rivolte al loro cantante dell’epoca, i Black Country, New Road, band poi diventata decisamente più nota con l’uscita dei loro primi due, bellissimi dischi.

I Nervous Conditions io li vidi vicino Milano, al Magnolia di Segrate, il 13 settembre del 2017, in apertura dei Beach Fossils. A riprova del fatto che poi li avrei considerati tra le migliori band contemporanee in circolazione, già all’epoca, senza averli mai sentiti nominare, ne rimasi entusiasta e, di fatto, mi piacquero più dei titolari della serata (ne è prova la recensione del concerto scritta per il sito del Busca).

La sfortuna coi loro cantanti, per i Black Country, New Road, sarebbe poi continuata, come sapete, con la defezione di Isaac Wood. Avendo imparato la lezione, oggi a cantare sono un po’ tutti loro. Vedremo cos’avrà da dirci il prossimo disco.

Nervous Conditions © Lino Brunetti

Backstreets su ADMR Rock Web Radio (Stagione 3, episodio 9)

CROSBY, STILLS, NASH & YOUNGALMOST CUT MY HAIR
TELEVISIONMARQUEE MOON
RICHARD HELL(I BELONG TO THE) BLANK GENERATION
CHEETAH CHROMESTILL WANNA DIE
MICK FARREN & THE NEW WAVEPLAY WITH FIRE
THE FEELIESFORCES AT WORK
ALEX CHILTONCAN’T SEEM TO MAKE YOU MINE
BIG STARSEPTEMBER GURLS
THE REPLACEMENTSTAKIN’ A RIDE
XJOHNNY HIT AND RUN PAULINE
THE DREAM SYNDICATEOUTLAW BLUES (LIVE)
THIN WHITE ROPEWIRE ANIMALS
GREEN ON REDDELIVERANCE
THE SCIENTISTSFRANTIC ROMANTIC
FEEDTIMEHAHA
DEL FUEGOSDON’T RUN WILD
SAVAGE REPUBLICEXODUS
SUICIDEGHOST RIDER
SONIC YOUTHTHE WORLD LOOKS RED
THEORETICAL GIRLSLOVIN’ IN THE RED
THE HOSPITALSROCK’N’ROLL IS KILLING MY LIFE
THE HUNCHESMURDERING TRAIN TRACK BLUES
THEE OH SEESFLOOD’S NEW LIGHT

Backstreets – S03E16 Backstreets

Con Lino Brunetti
  1. Backstreets – S03E16
  2. Backstreets – S03E15
  3. Backstreets – S03E14
  4. Backstreets – S03E13
  5. Backstreets – S03E12

Best 2022 part 3: Lino Brunetti

Lo scriveva Luca Salmini nel suo pezzo, lo vado sostenendo anch’io già da qualche anno: chi si lamenta dell’assenza di buona musica è solo perché probabilmente non ha più molta voglia di andarla a cercare o perché è restio a lasciarsi andare nei confronti dei nomi nuovi che il panorama musicale ha da offrire. Per quello che riguarda il sottoscritto, il problema non è il fatto che ci sia poca roba buona in giro, è esattamente il contrario! Ce n’è troppa!!! 

Potrei fare copia e incolla dal post che avevo scritto per il 2021 e sostenere anche stavolta “di non essere mai stato investito da così tanti dischi come quest’anno. Un problema per certi versi, perché è diventato praticamente impossibile seguire tutto ciò che si desidererebbe, ma spesso anche frequentare come si deve i dischi che emergono dal marasma, pur dedicando alla musica un sacco del proprio tempo (è chiaro che a casa mia lo stereo non è mai spento)”.

Uno potrebbe legittimamente chiedere, però: ma ci sono autentici capolavori tra tutti questi dischi, lavori che resisteranno all’usura del tempo e che un domani, in qualche modo, ce lo sapranno ricordare e raccontare ancora? Boh, chissà, difficilissimo dirlo oggi. Probabilmente non saranno dischi rock a farlo: forse guardando al 2022, tra vent’anni, c’è chi lo identificherà col centrifugato iper pop di una figura sempre più ibrida quale Rosalìa, con l’hip hop colto e raffinato di Kendrick Lamar o magari con le canzoni classicissime, eppure capaci d’intercettare il gusto di un pubblico vastissimo (e che in linea di massima di quel tipo di sound se ne frega) come Taylor Swift, che nel momento in cui scrivo è responsabile del sorpasso del vinile sul CD grazie alle vendite del suo ultimo Midnight, non accadeva dai tempi di Bad di Michael Jackson, sei milioni di copie vendute dal 21 ottobre, giorno in cui è uscito, senza contare quegli 82 milioni e rotti di ascoltatori mensili stando solo a Spotify. Tutto ciò alla faccia della crisi dell’industria musicale, in realtà mai così florida, spesso alla faccia degli artisti, che ben lungi sono dall’avere il potere contrattuale della Swift.

Sui nomi appena citati sospendo il giudizio, sono dischi che ho ascoltato, ma non approfondito, probabilmente non sono riusciti a catturare abbastanza la mia attenzione, anche se almeno citarli mi pareva il minimo, giusto per non dare l’impressione di essere completamente fuori dal mondo. Perché poi, come sempre, nel tentativo sempre più futile e destinato alla sconfitta di provare ad arginare quello che è uscito di buono in un’intera annata, non si può che ricorrere al gusto personale, dando maggiore rilevanza a quello che in definitiva si è ascoltato di più.

Come gli altri anni, alla fine del pezzo troverete una mega playlist con dentro di tutto un po’, così da avere un riassunto, comunque ovviamente sempre incompleto, di quello che nel 2022 è accaduto. Al momento conta 226 brani per svariate ore di musica, ma diciamo che potenzialmente è destinata ad ingrandirsi, perché in realtà l’onda lunga di un’annata si prolunga anche in quella successiva e, proprio il periodo delle classifiche di fine anno è foriero di nuove scoperte. Non è per questo che si fanno?

Insomma, lo si dice sempre ed in effetti è così: questo delle classifiche è un gioco, magari anche un po’ sciocco, che tutti noi appassionati di musica però prendiamo abbastanza seriamente. Per tutte le cose che ho scritto sopra, non metterò in fila un elenco come gli altri anni, ma mi atterrò al formato discorsivo scelto dai mie due soci prima di me. Unica differenza, dividerò il tutto in sezioni, più che altro per una questione di comodità e leggibilità. Visto che citerò una marea di nomi, in neretto quelli più rilevanti. Buona lettura, ma soprattutto, buon ascolto!

SINGER-SONGWRITER (VOCI FEMMINILI)
Se la sezione dedicata ai singer-songwriter è divisa in due, non è tanto per marcare una vera differenziazione tra la canzone d’autore al femminile piuttosto che al maschile, ma nuovamente per una questione di comodità d’esposizione. Nessuna voglia di creare ghetti insomma, tanto più che, in questo caso, a finirci sarebbero i maschietti, decisamente minoritari nei miei ascolti rispetto alle femminucce. Quisqulie a parte, da tempo trovo che in ambito cantautorale (ma diciamocelo, non solo) le donne abbiano una marcia in più e quest’anno è parso evidente come non mai, sia in fatto di numeri, che per ciò che riguarda la qualità dei lavori. Particolarmente rilevanti, per me, sono stati i ritorni discografici di cantautrici quali Angel Olsen e Sharon Van Etten, la prima con Big Time a riabbracciare a modo suo il country in compagnia di Jonathan Wilson, la seconda col bellissimo We’ve Been Going About This All Wrong a regalarci quello che è probabilmente il suo miglior disco, di certo il più maturo. Tra i nomi più noti, dischi da ricordare sono anche quelli di Beth Orton, Aldous Harding, Weyes Blood, lo stupendo riaffacciarsi di Nina Nastasia e a seguire quelli di Julia Jacklin, Jesca Hoop, Janny Hval, Cate Le Bon, Nilufer Yanya, Courtney Marie Andrews, Joan Shelley, Laura Veirs, Tess Parks, Weather Station, Shilpa Ray. Tra i nomi più o meno nuovi, ho amato moltissimo il disco di Grace Cummings, voce e personalità straripante, ma anche quelli di Marina Allen, Tomberlin, Eve Adams, Aoife Nessa Frances, Indigo Sparke, Skullcruscher, Naima Bock. Tra le cose non del tutto (o non solo) ascrivibili al mondo del cantautorato, ottimi i dischi di Gwenno, Zola Jesus, Carla Dal Forno e quello distorto e metallico della bravissima A.A. Williams. Da citare almeno anche il bel lavoro di Leyla McCalla, mentre buono, ma non indimenticabile il nuovo Hurray For The Riff Raff. In playlist, ovviamente, trovate anche altro.

SINGER-SONGWRITER (VOCI MASCHILI)
In questa sezione sono soprattutto tre gli album che più mi hanno appassionato: il grandioso This Is A Photograph di Kevin Morby, il Bill Callahan in formissima di Ytilaer, l’idiosincratica canzone sperimentale messa a punto da Eric Chenaux in Say Laura. Bravo Ty Segall in versione acustica in Hello, Hi, buona la doppietta di Jack White (soprattutto, anche in questo caso, l’acustico Entering Heaven Alive), mentre altre cose da ricordare sono gli album di Fantastic Negrito, Ezra Furman, Kurt Vile, Richard Dawson, Cass McCombs, Jake Xerses Fussell. Stando sui super classici, anche piacevole, ma sostanzialmente inutile e comunque un’occasione persa l’Only The Strong Survive di Bruce Springsteen, mentre al momento non ho ancora sentito il nuovo Neil Young, come sempre strabordante anche nella sezione ristampe/archivi.

BAND
In questo caso l’invito è quello di mettervi a spulciare la playlist, perché se citassi tutti il rischio sarebbe quello di fare un elenco lunghissimo. Mi limiterò quindi a segnalare le cose per me veramente da non perdere, ben sapendo che ce ne sarebbero in realtà molte altre oltre quelle qui elencate. Innanzitutto i Black Country, New Road di Ants From Up There, probabilmente il mio disco dell’anno in un anno in cui il disco dell’anno in realtà non ce l’ho (scusate se vi sembro contorto). E poi, i Fontaines D.C. sempre più maturi con Skinty Fia, i Big Thief del doppio Dragon New Warm Mountain I Believe In You, gli imprevedibili Horse Lords di Comradely Objects, l’esordio degli Smile, i nuovi album di band amatissime come Black Angels, Wilco, Calexico, Beach House, Spiritualized, la conferma da parte di band come Dry Cleaning, Bodega, The Cool Greenhouse, Viagra Boys. Tra le cose più o meno nuove, il graffiante album dei Party Dozen ha sicuramente il posto d’onore assieme a quello dei King Hannah, ma non meno interessanti sono i Caroline, i Moin, gli Special Interest, gli Yard Act, il pop contagioso delle Wet Leg, il classico indie rock degli Horsegirl, l’assalto dei Gnod e… basta, mi fermo qui. Anzi no, almeno una citazione la devo agli irriducibili King Gizzard & The Lizard Wizard, che nel 2022 hanno pubblicato ben cinque album (ne volete solo uno? Scegliete Omnium Gatherum, non foss’altro che per i 18 minuti del pezzo che lo apre).

JAZZ/BLACK/HIP HOP
In ambito jazz le cose migliori continuano a dividersi, per chi vi scrive, tra quello che viene pubblicato da etichette come International Anthem o Brownswood e quello che ha da offrire la scena londinese, guidata ovviamente da uno come Shabaka Hutchings, quest’anno presente con un breve album a suo nome e il pulsante ritorno dei Comet Is Coming. Ottimi i dischi intestati a due batteristi, quello di Makaya McCraven e quello di Tom Skinner, mentre altri lavori da ricordare sono quelli di Alabaster DePlume, KOKOROKO, Binker & Moses e quello degli Anteloper della compianta jamie branch.
In ambito black/hip hop da non perdere sono il plumbeo Conduit di Coby Sey, Aethiopes di Billy Woods, il più rockettaro Loggerhead di Wu Lu, i vari album dei Sault (con preferenza per 11) e i dischi nuovi di Moor Mother, Little Simz, Kae Tempest, quest’ultimo forse più orientato alla sound poetry.

ALTRO
Per ciò che concerne i territori più sperimentali, scelgo quattro album su tutti: lo straordinario The Liquified Throne Of Simplicity degli sloveni Širom, la mai così devota al formato canzone Lucrecia Dalt di ¡Ay!, il cantautorato destrutturato ed ermetico di Kee Avil in Crease, il lavoro sulle tradizioni est europee e non solo dei redivivi Black Ox Orkestar. In realtà ce ne sarebbe un quinto almeno che merita tutta la vostra attenzione, ovvero Canti di guerra, di lavoro e d’amore di Silvia Tarozzi e Deborah Walker, con quale ci spostiamo in…

ITALIA
Non che non abbia ascoltato anche i lavori di artisti ormai storici come Manuel Agnelli, Verdena, Marlene Kuntz o Edda, o che non mi sia dedicato ai dischi di alcuni nomi segnalati da tutti (dal pop Tutti Fenomeni, ai mesmerici Post Nebbia, fino all’elettronica stilizzata di Whitemary), ma la mia Italia 2022 è principalmente oscura. E quindi: gli enormi e internazionali Messa di Close, l’ancestrale Mai Mai Mai di Rimorso, il Nero Kane sempre più cupo di Of Knowledge And Revelation, la spesso allucinata Bebawinigi di Stupor, la scoperta dell’ultima ora (per me ovviamente, grazie Giada che hai insistito!) Cigno che, in Morte e pianto rituale, riesce a risultare credibile citando Ernesto De Martino e fondendo Capossela, Iosonouncane e i CCCP. Da non dimenticare assolutamente sono anche i Maisie, La Forbici di Manitù, Alessandro Fiori, Il Lungo Addio, i Calibro 35 e gli Horseloverfat.

RISTAMPE/LIVE
La sezione ristampe/live/materiali d’archivio inediti è sempre più affollata, senza contare poi i tanti cofanetti celebrativi. Mi limito alla segnalazione di poche, rimarchevoli cose: la ristampa da parte di Strut delle introvabili incisioni storiche dei Pyramids di Idris Ackamoor in Aomawa: The 1970s Recordings; il cofanetto live Live At The Fillmore 1997 di Tom Petty & The Heartbreakers; le Maida Vale Sessions dei Broadcast; il quinto volume della serie Switched On degli Stereolab Pulse Of The Early Brain; le BBC Sessions dei Come. Ci sarebbe tantissimo altro, ma mi fermo qui.

POSTILLA FINALE
Al contrario dell’anno scorso, quest’anno non mi sono granché dedicato alla visione di film d’argomento musicale, nulla comunque che qui mi sento di ricordare. Almeno un libro – oltre a quello bellissimo in cui Sean O’Hagan intervista Nick Cave, citato da Luca nel suo pezzo – ve lo voglio però segnalare, perché a mio parere è a dir poco imperdibile, per come è scritto, per le sue analisi, per l’ampiezza e l’importanza del suo studio: parlo di Alla ricerca dell’oblio sonoro di Harry Sword, clamoroso!!
In un anno in cui sono stato a tre festival internazionali e a una marea di concerti, potrei dedicare una sezione anche ai migliori live dell’anno, ma mi sembra di avervi già annoiato abbastanza e quindi, ora, non vi resta che tuffarvi nella playlist che c’è qui sotto! Buon ascolto e buon 2023!!!

Dedicato alla memoria di Mimi Parker, Mark Lanegan, jamie branch, tre delle tante anime volate via nel 2022.

Lino Brunetti

Ritratti musicali 3: Liars

Ci fu un periodo, tra i primi 2000 e il 2010 soprattutto, che mi capitò diverse volte di vedere dal vivo i Liars, seguendone così l’evoluzione non solo attraverso i dischi, ma anche sul palco.

La foto che segue, raffigurante un intenso Angus Andrew, il cantante e in seguito unico membro fisso della band, fu scattata al Magnolia di Segrate (MI) il 12 maggio 2010. Il tour, molto probabilmente, era quello di Sisterworld.

Liars © Lino Brunetti

Ritratti musicali 2: Bonnie Prince Billy

A fine 2008 finalmente riuscivo a prendermi una Reflex digitale professionale, la mitica Nikon D300, con cui poi avrei fatto una marea di foto.

In quell’inverno, sotto Natale, Bonnie Prince Billy fece tre concerti in tre chiese diverse e io, ovviamente, andai a tutti e tre.

Fu anche l’occasione per provare la macchina nuova, anche se all’epoca avevo degli obiettivi che definire scarsi è poco più che un eufemismo.

Ad ogni modo, quella che segue fu scattata il 19 dicembre 2008 nella chiesa di San Martino a Grezzago. Tra i pezzi che Bonnie eseguiva con Cheyenne Mize e Emmet Kelly in quei concerti, particolarmente memorabile era Champion, che di seguito potete sentire.

Bonnie Prince Billy © Lino Brunetti