SOFT MOON “Soft Moon”

SOFT MOON

Soft Moon

Captured Tracks

The-Soft-Moon-The-Soft-Moon

The Soft Moon è il progetto di Luis Vasquez da San Francisco. Soft Moon è la prima opera di questo sperimentatore americano; disco perfettamente  riuscito (è uscito nel 2010 e gli sono già seguiti un EP, una collaborazione con John Foxx ed un secondo album), che recupera in maniera intelligente i suoni di molteplici generi degli anni ’80 come la new wave ma soprattutto post punk e dark wave, senza snaturarne la vena sperimentale.  Il disco si apre con quello che potremmo definire il capolavoro dell’album, Breathe The Fire, nel quale l’imperterrito battito della drum machine, fa da base sia alle atmosfere da film noir create dal synth, che alla voce sussurrata e psicotica di Vasquez, quasi un omaggio ai Joy Division di Trasmission e Atmosphere. In Circles, le sensazioni create sono di angoscia e depravazione, con il regolare battito delle percussioni a far da contraltare all’incessante alone industrial e ai deliri nonsense di Vasquez, e dove l’intermezzo noise-rumoristico porta alla mente sia il noise rock americano che quello giapponese. Il disco continua  senza sosta la sua corsa apocalittica con Out Of Time, una sorta di Ghost Rider del duemila e con la ballata When It’s Over, con la chitarra minimalista che renderebbe veritieri i paragoni con certo post-rock – Slint su tutti –  non fosse per l’inondazione di synth che avvolge il brano. Il basso e il synth sono padroni indiscussi anche dell’ incalzante Dead Love, hit che non avrebbe certamente sfigurato in qualche discoteca alternativa eighties. I Joy Division sono senza dubbio i padri spirituali di questo disco e, a dimostrarlo, sempre se ce ne fosse ancora bisogno, è Parallels, altro vertice del disco, aperto da una rimbombante linea di basso, che porta alla mente il capolavoro strumentale di Ian Curtis and co., Incubation, tutto ciò fino a quando uno sciame di synth prende il sopravvento destrutturandolo completamente. Accenni di noise rock si trovano anche nell’orgia chitarristica di We Are We, mentre l’incalzante boogie di Sewer Sickness, con la chitarra a mo’ di sirena, fa presagire l’imminente fine del mondo (sarebbe sicuramente un brano di punta nelle feste di qualche serial killer!). Into The Depths è un’altra macabra danza vicina tanto ai Ministry di Twich, quanto a certe sonorità kraute.  Angosciosa e cupa è invece Primal Eyes,  dove un’inquietante  voce di sottofondo crea un’atmosfera desolata e gelida, seguita da una sferzata noise. Il disco si chiude con Tiny Spiders, più vicino al dream pop che al post-punk, un attimo di tranquillità rispetto ai sentieri orrorifici intrapresi da Vasquez fino ad ora. Disco lineare e geometrico, che non disprezza citazioni importanti, i citati Joy Division ma anche Sister Of Mercy, Cure e certo kraut-rock, senza dimenticare qualche riferimento ai primi Ministry. Con questo disco Vasquez non cerca nulla di rivoluzionario, si limita a rivisitare il periodo d’oro della new wave, ma con un’intelligenza e una sincerità riscontrabili in pochi altri artisti. Assolutamente da seguire!

Alessandro Labanca

MINISTRY “ENJOY THE QUIET” DVD

MINISTRY

Enjoy The Quiet – Live At Wacken DVD

13 Planet Records

Enjoy-The-Quiet-Ministry-0195829.jpeg

Non certo il miglior momento nella vita di Al Jourgensen, che pure di momenti sbagliati ne ha passati tanti nel corso del suo turbolento percorso artistico e umano. Dopo aver decretato la fine dei Ministry qualche anno fa è ritornato sui suoi passi rimettendo in gioco la band, disco e tour nuovi, accompagnato come sempre dal fedele amico di una vita Mike Scaccia. Ma il chitarrista si è accasciato sul palco durante un concerto a Dallas lo scorso 22 dicembre, non rialzandosi più, stroncato da un infarto. La pubblicazione di questo DVD è dedicato alla sua memoria e vede i Ministry muoversi sul palco del famoso Wacken Festival, davanti a migliaia di persone che, ad esser sinceri, sembrano non molto interessate a quanto la band stà facendo sul palco. Il problema di un festival, non tutti sono li per te, e a parte le infuocate prime file il resto della gente se ne sta semi tranquilla con le mani in tasca. Ed è un peccato perché sul grandissimo palco i Ministry sfoderano una prestazione esemplare, scatenando una potenza di fuoco devastante. Grossi schermi accompagnano con video l’esibizione, sostenendo egregiamente la performance di un Al Jourgensen indiavolato e sinistro, che presenta buona parte dell’allora fresco (e non memorabile) Relapse, ma che non si dimentica di mettere sul piatto i classici che hanno reso immortale la band. E allora Just One Fix, No W, New World Order scatenano un inferno fatto di Metal e Industrial, mischiati sapientemente come solo loro (e pochi altri) sono riusciti a fare durante i propri dischi, con un impianto visivo e di luci impressionante e riprese televisive notevoli e per nulla ripetitive. Recentemente, dopo la morte dell’amico Mike, Al ha detto che “Questa volta i Ministry cesseranno definitivamente la propria attività, perché non ci sarà un altro disco senza Mike. E’ morta una parte di me, sono finiti i Ministry ma non è finito Al Jourgensen. Farò altro, ho un nuovo gruppo, continuerò”. Gli faccio i migliori auguri e mi porto sulle spalle il grande rimpianto di non averli mai visti dal vivo: questo DVD è una grande testimonianza che medica parzialmente la ferita. Allegato anche l’esibizione del live sempre al Wacken del 2006, meno curata tecnicamente ma che comunque offre anch’essa una reale testimonianza live della più grande band industrial-metal che il mondo rock abbia mai partorito.

Daniele Ghiro

From-left-Mike-Scaccia-and-Al-Jourgensen

Mike Scaccia e Al Jourgensen