BOLOGNA VIOLENTA
BANCAROTTA MORALE
Overdrive/Dischi Bervisti/Truebypass
Era dal 2017, con l’EP Cortina, che Nicola Manzan, in compagnia del batterista Alessandro Vagnoni non pubblicava niente con il suo monicker Bologna Violenta. Non che se ne sia stato con le mani in mano vista la sua notevole mole di collaborazioni e produzioni. Torna ora al suo primo amore proseguendo l’evoluzione già intravista in Cortina, vale a dire con la quasi totale sostituzione delle chitarre con il violino, la viola e il violoncello, armonizzati da bass pedal, sintetizzatori ed organo.
Con queste premesse si intuisce immediatamente che le furiose scorribande del bellissimo Uno Bianca (2014) sono un lontano ricordo e quei furiosi assalti all’arma bianca sono stati riposti (momentaneamente?) in un cassetto. Questo però non toglie nulla al nuovo corso di BV, che si attesta comunque su livelli di creatività decisamente inusuali, andando a comporre una sorta di partitura classica moderna (intesa proprio come musica classica) imbastardita con scorie attuali di elettronica e campionamenti, imbastita sui tempi assurdi della batteria di Vagnoni.
Nella prima parte del disco rimane la suddivisione in brevi brani che raccontano un mondo fatto di storie reali legate alla meschinità umana. Vengono infatti ricordate le gesta di Manuele Bruni un truffatore attivo a cavallo della seconda guerra mondiale; della Banda Przyssawka che nella Polonia degli anni trenta si rese colpevole di furti e crimini a sfondo sessuale; della famiglia Subito, di Badia Polesine, che riuscì nella circonvenzione di una ricca signora per ereditarne il patrimonio e che in seguito fu uccisa. Infine si ricordano le gesta di Sophie Unschuldig, che in Germania, negli anni venti. grazie alla sua avvenenza circuì un discreto numero di uomini strappandogli beni e poi uccidendoli.
A livello lirico, essendo il disco completamente strumentale, non ci sono testi a supporto, ma la guida musicale si trasforma in una sorta di colonna sonora per un film che non c’è di questo spaccato amorale della nostra società. Ma la sorpresa maggiore e la definitiva evoluzione di Bologna Violenta si manifesta, forse fissando anche una direzione per il futuro, con i diciannove minuti di Fuga, Consapevolezza, Redenzione, una suite dal profumo drone ambient inserita in un contesto che accoglie in sé le dinamiche sia di John Carpenter che quelle di Mozart.
Insomma, ancora una volta Manzan e Vagnoni hanno tirato fuori dal cilindro qualcosa di cui poter parlare e soprattutto ascoltare in tutta libertà, senza preclusioni di genere e con un idea ben precisa in testa.
Daniele Ghiro